Categorie: Personale

3 giorni di sciopero Cobas e Unicobas: “No alle prove Invalsi”

Il sindacato Unicobas annuncia scioperi per martedì 7 maggio nelle scuole materne ed elementari, il 14 nelle medie, il 16 nelle superiori durante la somministrazione delle prove Invalsi.
"Le scuole secondo il Miur dovrebbero divenire "testifici", dove il personale docente e Ata verrà messo alla frusta dai dirigenti scolastici affinché il buon andamento dei test faccia loro ottenere una buona retribuzione di risultato. La libertà di insegnamento scomparirà definitivamente insieme a quella di apprendimento. L’Unicobas quindi chiama i lavoratori alla mobilitazione affinché il nuovo governo faccia retromarcia e il decreto non venga pubblicato in gazzetta ufficiale".
Questo solo una parte del comunicato di Unicobas conto i test invalsi e per coinvolgere gli insegnanti allo sciopero e quindi all’astensione dalla prove: "Lo sciopero è l’unico sistema valido per boicottare le prove invalsi perché lo scioperante non può essere sostituito.
Inoltre le prove Invalsi non effettuate per sciopero non potranno essere svolte nei giorni successivi. Infatti l’Invalsi prevede prove posticipate solo se le scuole ne hanno fatta "motivata" richiesta entro la metà di dicembre 2012. Non possono coesistere 2 calendari, uno ordinario e uno suppletivo".

Il comunicato Cobas
7 maggio Scuole Materne ed Elementari
14 maggio Medie
16 maggio Superiori
“Le prove Invalsi sono una mostruosità, una cosa senza alcun senso, che può servire a premiare chi è dotato di buona memoria, non chi ha spirito critico. È il trionfo postumo di Mike Bongiorno in nome del cretinismo universale. Se tolgo allo studente che si sta formando l’abito alla critica, alla capacità di comprendere e di studiare storicamente, lo trasformo in un pappagallo dotato di memoria e nulla più, un suddito, non un soggetto politico. L’Invalsi e tutta la quizzologia di cui siamo circondati sono gli strumenti per ottenere questo pessimo risultato. La cosa migliore sarebbe eliminare l’Invalsi e restituire i test a chi li ha inventati”. Così Luciano Canfora, in una illuminante intervista, ha bollato ieri il distruttivo rito che dal 7 al 16 maggio si ripeterà nella scuola italiana con i quiz-Invalsi, imposti come presunta misura della qualità del lavoro dei docenti e degli studenti e come valutazione, velleitaria e strumentale, del livello di istruzione fornita dai singoli istituti.
In queste settimane contro i quiz e il Sistema di (s)valutazione delle scuole si sono pronunciate centinaia di assemblee e convegni di docenti e Ata, nonché l’Appello (vedi www.cobas-scuola.it) che ha raccolto molte migliaia di firme di docenti di scuola e Università, uomini e donne della cultura e delle arti, tra i/le quali lo stesso Luciano Canfora, Pietro Barcellona, Cesare Bermani, Marina Boscaino, Maria Grazia Campari, Donatella Della Porta, Giorgio Israel, Romano Luperini, Moni Ovadia, Riccardo Petrella, Salvatore Settis e Guido Visconti. Nell’Appello si sottolinea che "i quiz standardizzati avviliscono il ruolo dei docenti e della didattica, abbassando gravemente la qualità della scuola" e che "l’inserimento di queste prove, come valutazione dell’efficacia della scuola, spinge i docenti ad abdicare alla loro primaria funzione intellettuale e a piegarsi all’addestramento ai quiz". L’Appello invita a lottare contro i test Invalsi perché annullano "le soggettività coinvolte nell’atto pedagogico”; e perché "l’impostazione standardizzata è assolutamente inadeguata a rilevare il grado di preparazione di uno studente e di un docente, né tanto meno l’efficacia di una scuola".
Di fronte alle diffuse e argomentate proteste, non sappiamo ancora quale sia la posizione della neo-ministra Carrozza che dovrebbe trovarsi in difficoltà nel conciliare la sua notevole preparazione scientifica con demenziali indovinelli su cui si intende edificare il Sistema di (s)valutazione di una scuola immiserita materialmente e culturalmente, contro cui – oltre ad altri temi – abbiamo convocato lo sciopero di tre giorni del personale della scuola. Al proposito, ci auguriamo che la neo-ministra, durante uno dei sit-in che terremo davanti al MIUR il 7 e il 16 maggio (entrambi dalle ore 10) accetti un confronto su questi temi e sugli altri per cui lo sciopero (il primo con il nuovo governo) è indetto e cioè:
– la restituzione a docenti ed Ata del salario rubato con il blocco dei contratti e degli scatti di anzianità;
– l’annullamento della deportazione dei docenti "inidonei" e dell’espulsione degli Ata precari;
– l’assunzione dei precari su tutti i posti disponibili;
– il rifiuto delle prove selettive per entrare a scuola e delle classi-pollaio;
– la restituzione nella scuola del diritto di assemblea e di contrattazione per tutti/e.
Nelle stesse date, varie altre manifestazioni e iniziative si svolgeranno in numerose città.

Piero Bernocchi
portavoce nazionale COBAS
5 maggio 2013

Redazione

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