Nel 1992, come oggi, veniva messa in applicazione la Legge Quadro 104. Ma a trent’anni dall’approvazione in Italia della 104 qual è la situazione che vivono oggi le persone con disabilità e le loro famiglie in particolar modo rispetto all’inclusione scolastica e ai progetti di vita indipendente? Un dibattito condotto dalla Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap (FISH), che ha posto il proprio focus sulla trasformazione della legislazione e delle prassi formative dalle scuole speciali all’inclusione scolastica.
“Si vuole anche un po’ cambiare il paradigma sulla disabilità per una rinnovata visione della disabilità che guardi alla persona e al godimento di tutti i diritti fondamentali”. Così la ministra per le Disabilità Erika Stefani. “Un percorso tortuoso e continuo. Ci sono conquiste che hanno permesso una serie di riconoscimenti ma i provvedimenti migliori sono quelli che coinvolgono la società tutta. Sul tema della disabilità la vittoria non è mai di una parte politica, siamo tutti padri delle norme che potranno portare all’evoluzione in senso positivo delle vite delle persone con disabilità, per un obiettivo della piena inclusione, ma è un obiettivo che si raggiunge se si lavora in maniera cooperativa, con gli enti del terzo settore, con le persone con disabilità. Solo così raggiungeremo delle vere vittorie”.
“L’attuazione stessa del Pnrr in maniera trasversale ha molte risorse che possono andare cascata a sortire degli effetti positivi sul mondo della disabilità – continua la ministra -. Abbiamo previsto un monitoraggio nel Pnrr affinché le misure rispettino i principi dell’inclusione. Magari i frutti li vedremo tra anni ma lavorando insieme raggiungeremo la grandezza di una società la cui dignità sia costruita sull’inclusione”.
“Nel mondo della disabilità non si lavora con gli spot, ma agendo in modo sistemico. Ci sono processi in atto che comportano diversi anni per compiersi, quindi anche i governi a venire dovranno portare avanti le grandi battaglie sul fronte dell’inclusione,” conclude Erika Stefani.
Alla voce della ministra Stefani si aggiunge quella di Rossano Sasso, sottosegretario all’Istruzione con delega alla disabilità, che ricorda il caso di Alessandro, un ragazzino con disabilità la cui madre aveva chiesto che venisse bocciato per permettere al figlio, dopo un anno scolastico di lockdown e di pandemia, di continuare a godere dei benefici del contesto scolastico, in termini di integrazione e socializzazione con i compagni. Una vicenda dalla quale – racconta il sottosegretario – in lui è nata l’idea: “Dobbiamo continuare a seguire i ragazzi con autismo anche dopo il diploma, perché lo Stato li abbandona, un vuoto normativo da colmare“.
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