Nelle scuole italiane, sabato 10 dicembre si ricorda il trentesimo anniversario a dell’assegnazione del premio Nobel a Rita Levi-Montalcini.
Era, infatti, il 10 dicembre 1986 quando la scienziata torinese fu insignita a Stoccolma del prestigioso premio per la Medicina.
Grazie all’intuizione della nipote Piera Levi-Montalcini, che presiede l’Associazione Levi-Montalcini, è nata in Italia la Rete delle scuole intitolate alla scienziata, che ad oggi conta oltre 60 istituti di ogni grado: si tratta di un vero e proprio “circuito virtuoso” creato per valorizzare tra i giovani la grande eredità scientifica e culturale di Rita Levi-Montalcini.
“I 30 anni dal Nobel – dice Piera Levi-Montalcini, alla vigilia dell’evento – personalmente mi restituiscono molti cari ricordi, soprattutto quello della cerimonia alla quale fui presente. Nello stesso tempo, però, mi consegnano la grande responsabilità di mantenere sempre vivo il ricordo della zia attualizzandolo attraverso il nostro lavoro con i giovani sui quali dobbiamo investire e ricordando loro quanto la zia era solita raccomandare: ‘Salvaguardate le vostre capacità di inventarvi il mondo e di conservare il fascino dell’ignoto, preservandovi soprattutto dall’effetto ipnotico esercitato dagli schermi televisivi che disabituano a ragionare togliendo tempo allo studio, allo sport e ai giochi che stimolano la capacità creativa“‘.
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“L’insegnamento di zia Rita – continua la nipote di Rita Levi-Montalcini – è sempre attuale non solo in ambito scientifico, è senza dubbio una ‘stella polare’ per le nuove generazioni. Ai nostri ragazzi dobbiamo trasmettere il suo più importante insegnamento, base della grande eredità che ci ha lasciato: il risultato si può raggiungere solo attraverso una ferrea determinazione, sostenuta da un metodo rigoroso di ragionamento e di comprensione di ciò che ci circonda, uniti a una fervida creatività. Come diceva la zia Rita ‘Non si nasce Nobel, ma lo si diventa'”.
“In un’epoca in cui tutto si basa sulla rapidità di risposta – conclude Piera Levi-Montalcini – occorre abituare i nostri ragazzi al ragionamento logico rifuggendo dall’omologarsi alle mode e ai conformismi”.
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