L’innalzamento dell’orario di lavoro degli insegnanti a 30 ore settimanali (di impossibile realizzazione) riprende la proposta che fu lanciata qualche anno fa di elevare l’orario di lavoro da 18 ore a 24 ore, cosa che fece tremare il mondo della scuola e poi…tra le polemiche non se ne fece più nulla.
L’innalzamento delle ore lavorative deve essere, ovviamente, corrisposto da un adeguamento stipendiale, il quale deve onorabilmente compensare le 30 ore settimanali, ma la cosa sembra assurda di questi tempi nel nostro Paese, mentre in Europa no. In Europa, infatti, gli stipendi dei docenti sono allineati all’orario di lavoro.
L’orario settimanale di 30 ore potrebbe prevedere, oltre alle canoniche 18 ore di lezione frontale con la classe, altre 12 ore da utilizzare per preparazione delle lezioni, somministrazione e correzione delle verifiche scritte, compilazione del registro del docente, formazione in servizio.
In poche parole includere nell’orario di lavoro settimanale a 30 ore tutte quelle altre ore che vengono definite “funzionali” all’insegnamento, che i non “addetti ai lavori” non considerano affatto nell’orario di servizio dei docenti. Si tratta del cosiddetto “lavoro oscuro” dei docenti che verrebbe in siffatto modo retribuito nel computo delle 30 ore di lavoro.
Mario Bocola
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