4.500 docenti hanno firmato l’appello, “Insegnanti per la cittadinanza” per affrontare nelle scuole il tema dello Ius Soli e dello Ius Culturae.
Il progetto mira al coinvolgimento ragazzi, in aula e fuori, personale scolastico, famiglie, movimenti attivi nel territorio.
Dal 3 ottobre, giornata nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione, al 3 novembre ci saranno, nelle intenzioni dei promotori, trenta giorni di mobilitazione con in prima fila gli educatori che, per essere riconosciuti, indosseranno un nastrino tricolore portatore di un messaggio ben preciso: “tutti i bambini che frequentano le nostre scuole devono essere considerati italiani qualunque sia la loro provenienza”.
La Lega però ha accusato i docenti di far propaganda e di portare a scuola una battaglia politica con un vero e proprio “lavaggio del cervello”.
Ma un prof spiega: “Io non posso ignorare di avere alunni nati in Italia, che frequentano la nostra scuola, che rispettano i valori della nostra Repubblica, che leggono, scrivono, studiano, parlano anche meglio di altri ‘ufficialmente’ italiani, l’italiano, appunto; e a loro si debbono riconoscere tutti i diritti di cui godono gli altri. Non ho voluto lavare il cervello a nessuno; semplicemente renderli consapevoli che l’uguaglianza non va solo sbandierata”.
Anche Forza Italia e Fratelli d’Italia vanno però all’attacco ed in particolare Fdi annuncia la presentazione di due interrogazioni alla Camera
“No alla propaganda a favore dello Ius soli nelle scuole, peraltro portata avanti con il coinvolgimento di alunni minorenni”.
Secco “No all’ingerenza della politica nelle scuole” anche da parte dei vertici di Fratelli d’Italia che presenterà due interrogazioni, una al ministro della Pubblica Istruzione e l’altra rivolta all’assessore regionale.
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