E se le 24 ore saranno su base volontaria e retribuite, con ogni probabilità pochi saranno i professori che non le accetteranno, come del resto avviene già con le ore eccedenti che molto spesso vengono tolte ai precari.
Ma ciò provocherà pure una diversa gestione degli organici da parte delle scuole che potranno impiegare il personale precario e di ruolo in tutt’altro modo, anche se è prevedibile una contrazione sensibile del numero complessivo dei docenti. Bisognerà dunque attendere la conferma della notizia e, qualora fosse confermata, appurare se queste ore eccedenti saranno retribuite. Cosa che reputiamo alquanto certa, visti i precedenti attacchi che la similare proposta dell’ex ministro Profumo suscitò ai tempi del governo Monti.
Ma lo scopo di questo aumento di ore potrebbe essere legato all’impegno dei prof per attività extra didattica, legando il tutto ad una più ampia offerta formativa che coinvolga il territorio. Ciò potrebbe pure significare la prospettiva, spesso ventilata, dell’apertura pomeridiana delle scuole, ma il tutto su volontaria disponibilità da parte del docente che sarà messo a disposizione di una rete di scuole.
E siccome senza soldi non si canta messa, lo Stato, se vuole portare avanti queste belle idee, dovrà mettere denaro sufficiente nel martoriato fondo di istituto.
Molta più attenzione invece dovrà mettere sulla riduzione di un anno alle superiori: là il terreno è minato
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