I lettori ci scrivono

4 novembre… per non dimenticare

In occasione della Giornata dell’Unità nazionale e delle Forze Armate che si celebra il 4 novembre, il Liceo Classico Pitagora ha sentito il dovere storico e morale di ricordare questa data; infatti, il 4 novembre 1918 ha termine una delle guerre più violente e sanguinose della storia, la I Guerra mondiale, costata la vita ad oltre tredici milioni di uomini, in gran parte giovani.

Oggi, di fronte alla morte e alla distruzione che sono tornate a dilaniare il territorio europeo, a maggior ragione questo evento non deve essere dimenticato.

L’iniziativa, voluta dal Dirigente Scolastico Natascia Senatore e curata dalle professoresse Ada Fabiano e Giovanna Ripolo, ha promosso attività educativo-didattiche nell’ambito del percorso di Educazione Civica, favorendo momenti intensi di sensibilizzazione e formazione. A tal fine, gli alunni delle classi VA e VD hanno creato prodotti multimediali che, attraverso un excursus storico fatto di immagini reali – come la fragilità e la disperazione dei soldati delle trincee, il pianto disperato di una madre al cospetto del Milite Ignoto – hanno accorciato le distanze dal passato, facendo percepire tutta la drammaticità che portano con sé le guerre. Queste struggenti immagini rafforzano ancor di più la necessità di porre grande attenzione al messaggio di pace contenuto nell’art. 11 della nostra Costituzione: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”.

L’evento è stato un’occasione di riflessione attiva, che ha permesso ai ragazzi di mantenere vivi i valori legati alla Patria, alla libertà e alla pace. Conoscere deve servire per interpretare il presente e programmare un futuro di cittadini responsabili e consapevoli, per un mondo sempre migliore.

Il Liceo Classico Pitagora ha voluto così onorare il ricordo di chi ha lottato con il sangue per darci la libertà, sentendo il dovere di far sì che con il passare degli anni non si dimentichino questi tragici eventi, per dar vita a una società improntata sui valori della fratellanza e della solidarietà tra i popoli. L’augurio più grande che possiamo farci è che la bruttura dell’animo umano, devastato dal male feroce della guerra, lasci spazio a sentimenti più puri. Il grido dell’artiglieria assorda e intirizzisce i cuori, la voce calda della diplomazia permette agli uomini di tenersi per mano verso un futuro all’insegna della concordia e dell’amore.

Rita Pia Sculco

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