L’indagine, rivela il Sole 24 Ore, è stata redatta su un campione di 340 aziende italiane o stanziate in Italia, con fatturato medio sopra ai 128 milioni di euro e organico di circa 260 dipendenti. E ancora: un disegnatore meccanico, con un anno e mezzo di esperienza in curriculum, può ambire a un massimo di 24mila euro annui in Italia, ma in Inghilterra ne prenderebbe almeno 41mila a cui si aggiungono benefit e scatti di carriera, con il doppio criterio di competenze specifiche e anni di esperienza.
La ricerca dell’Osservatorio Merger avanza una proposta: piani per intercettare i talenti in fuga, inserendoli in schemi di formazione internazionale.
“I neolaureati italiani costano poco rispetto a francesi, tedeschi e inglesi. Questa è un’opportunità per le multinazionali del nostro paese, che potrebbero reclutare giovani italiani e inserirli in un sistema di rotazione “cross-countries”, accrescendo così la cultura internazionale dell’azienda, prima che il giovane italiano si rivolga autonomamente all’estero per avviare la propria carriera”.
Ma non finirebbe neanche qui la disparità, c’è l’altra relativa ai bonus e ai sessi.
Per i manager italiani, i bonus erogati nel 2013 sono scesi, con sbalzi, in negativo, fino al 20%: incentivi alleggeriti di 20mila euro, e più, rispetto al target prefissato, mentre le donne percepiscono uno stipendio dell’8% più basso rispetto ai colleghi uomini nelle corrispondenti fasce di impiego direttivo. La forbice si restringe nelle posizione di direzione. O meglio, si restringerebbe: scalando le gerarchie aziendali fino alla posizione di direttore generale o direttore di prima linea, le “quota rosa” aziendali tendono allo zero
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