La ministra della Pubblica amministrazione, Marianna Madia, è intervenuta a Palazzo Marino a Milano, per presentare insieme con il sindaco Giuseppe Sala, l’assunzione a tempo indeterminato di 450 tra educatrici ed educatori dei servizi comunali all’infanzia come previsto da una delibera approvata venerdì scorso.
“Il Governo ha mantenuto i suoi impegni, perché prima dell’estate abbiamo approvato una norma che consente ai Comuni di assumere le educatrici per rispondere ad un bisogno primario della comunità. Devo dire che la tempestività del sindaco Sala e della sua Giunta nell’attuazione di questa norma, fa sì che oggi questa diventi il veicolo per risolvere un problema concreto nella vita dei cittadini”.
In pratica si tratta di un piano straordinario per la regolarizzazione definitiva di insegnanti precari assunti fino ad oggi con contratti a tempo determinato e della sostituzione di chi andrà in pensione nel prossimo triennio.
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“Questa norma ci ha permesso di superare il blocco delle assunzioni nella pubblica amministrazione, è una grande opportunità, un’opportunità storica ed è una notizia tre volte buona: buona per il Comune (perché abbiamo solo vantaggi: ci permette un azzeramento rapido del precariato e un’assunzione sostanzialmente allo stesso costo), buona per gli educatori e le educatrici, e buona per i circa 28mila bambini che frequentano le scuole e i nidi comunali, e per le loro famiglie” ha affermato Sala nel corso di una conferenza stampa, sottolineando che “Milano fa in fretta, appena abbiamo visto un’opportunità ci siamo buttati subito e l’abbiamo colta”. “Vogliamo procedere velocemente, ha aggiunto il sindaco, evidenziando che sarà “un’operazione rapida ma totalmente trasparente”, e annunciando per il 30 settembre prossimo un incontro con i sindacati per iniziare a discutere.
“Quando si fa una riforma e si approvano delle norme c’è una grande soddisfazione ma la soddisfazione più grande è quando, come qui a Milano, queste norme vengono attuate e diventano cambiamenti concreti per le persone” ha concluso la ministra, ricordando che “da molti anni le educatrici in diversi Comuni vivevano una situazione di precarietà che portava incertezza nella loro vita e, di conseguenza, in quella dei bambini e delle loro famiglie”.
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