Ieri all’Aran è stato firmato definitivamente il Ccnl 2016-2018, il primo della nuova area Istruzione e Ricerca con cui si vedranno gli effetti economici a favore dei dirigenti scolastici con il cedolino di settembre, assieme agli arretrati, vale a dire un conguaglio, una tantum, dal 1° gennaio 2016, intorno ai 6mila euro netti, secondo i primissimi conteggi.
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La notizia la riferisce Il Sole 24 Ore secondo il quale a essere interessati dagli adeguamenti retributivi sono 7.452 presidi; a cui si aggiungono – seppure con aumenti stipendiali più contenuti – i 353 dirigenti di università ed enti di ricerca.
All’incremento di circa 450 euro netti in più al mese per i dirigenti scolastici si arriva sommando l’aumento “standard” del 3,48%, pari a 160 euro lordi al mese, intorno agli 80 euro netti, ai 370 euro netti aggiunti sulla retribuzione di posizione parte fissa, che sale di 9mila euro, passando da poco più di 3.500 euro a oltre 12.500 (per quest’ultima operazione, nella manovra 2018, sono stati stanziati 37 milioni di euro nel 2018, 41 nel 2019, 96 nel 2020, oltre ai 35 milioni previsti dalla Buona Scuola).
Oggi, del resto, la busta paga di un preside oscilla tra i 2.500 e i 3mila euro netti al mese a seconda di quando (e come) ha iniziato a ricoprire l’incarico.
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