La prossima influenza causerà in Italia un’epidemia di “intensità media”, che costringerà a letto “non meno di 5 milioni di persone” – alle quali se ne sommeranno “almeno altrettante colpite da sindromi parainfluenzali” – ma che potrebbe anche riservare sorprese perché “molto dipenderà dal meteo: se l’inverno dovesse essere più lungo e freddo, sicuramente si avranno più malati”.
Il virologo: non abbassare la guardia
Adnkronos salute interpella il virologo e ricercatore del Dipartimento di scienze biomediche per la salute dell’università degli Studi, e direttore sanitario dell’Irccs Galeazzi, che invita a “non abbassare mai la guardia. Quanto è successo l’anno scorso ce l’ha ricordato chiaramente. Ci aspettavamo una stagione influenzale di media intensità e invece è stata una delle più pesanti degli ultimi anni. Una lezione che non dobbiamo dimenticare”.
Varie forme di infezioni sotto il termine influenza
Se sotto il termine generico di “influenza” si tende a comprendere una grande varietà di forme infettive, si può parlare di “vera influenza” solo se ci sono tre condizioni presenti contemporaneamente: febbre elevata (più alta di 38 gradi) a insorgenza brusca; sintomi sistemici come dolori muscolari-articolari; sintomi respiratori come tosse, naso che cola, congestione-secrezione nasale o mal di gola. In tutti gli altri casi si parla di “infezioni respiratorie acute o sindromi parainfluenzali”.
Quelle che l’esperto ha ribattezzato sindromi da “virus cugini” che “colpiranno – precisa all’AdnKronos Salute – almeno altri 5 milioni di italiani, se non di più”.
La profilassi
Il virologo ammonisce sull’importanza della profilassi: “Il vaccino antinfluenzale è un salvavita per le persone fragili, ovvero tutti gli anziani sopra i 65 anni e i malati cronici per i quali l’influenza potrebbe determinare complicanze – afferma – e può rappresentare un’opportunità di riduzione dell’assenteismo scuola-lavoro e del rischio di contagiare soggetti fragili della propria famiglia. Non protegge da tutte le forme non dovute a virus influenzali e a volte non evita completamente la malattia, ma ne attenua i sintomi e il rischio di complicanze”.