Secondo quanto emerge dalla ricerca “Generazioni digitali al lavoro”, condotta nel mese di settembre da Fondazione Sodalitas e Randstad Italia su un campione di 2.161 under 35, uno studente su due è convinto che le competenze digitali si apprendano direttamente sul posto di lavoro (57,2%) o in autonomia (58,8%) più che a scuola (35,4%). Tecnologie nelle aule e professori non sono allineati con il mondo del lavoro. E più si prosegue negli studi, più questa convinzione trova fondamento.
Il 53,7% di loro, inoltre, è consapevole di non avere comunque una preparazione adeguata in campo digitale. Ovviamente il 99% sa navigare in internet, il 96% sa usare il pacchetto office, l’86,3% i social network a scopi professionali, ma poi le percentuali si abbassano notevolmente se si passa per esempio a programmi tecnici specifici (63%) o a analytics (18%).
La presentazione dei dati è avvenuta oggi nell’ambito della sesta edizione di “ScopriTalenti”, la giornata nella quale i giovani distintisi durante i corsi Giovani&Impresa di Fondazione Sodalitas nell’anno di studi 2014-2015 hanno potuto sostenere colloqui conoscitivi con un pool di Aziende leader di mercato. Sono intervenute alla giornata per incontrare i ragazzi: ABB, Accenture Italia, BT Italia, Bureau Veritas Italia, Capgemini, Gam Edit, Mellin, Roche, Randstad Italia, Samsung Italia, Sky Italia, Solvay, STMicroelectronics e UBS (Italia).
Il 54,8% dei giovani intervistati è un possesso di un diploma di scuola superiore e il 36,3% di una laurea. Uno su tre tra quelli che non si sono iscritti all’università afferma di aver rinunciato per problemi economici. Negli ultimi 12 mesi però risulta aumentata la percentuale di chi, dopo il diploma, ha trovato lavoro (il 26,2% nel 2014; il 32,9% nel 2015).
Obiettivo della ricerca ‘Generazioni digitali al lavoro’ è quello di indagare il punto di vista dei giovani sulla capacità della scuola di formare alle competenze digitali, e sulla spendibilità di queste skills nel mondo del lavoro.
Chi dopo il diploma ha deciso di non proseguire gli studi (il 49,2% del campione) lo ha fatto soprattutto per mancanza di risorse economiche (35,5%) più che per disinteresse verso lo studio (19,8%). Un dato, questo, decisamente preoccupante e in linea con il trend rilevato nel 2014. Negli ultimi 12 mesi, però, risulta aumentata la percentuale di chi, dopo il diploma, ha trovato lavoro (il 26,2% nel 2014; il 32,9% nel 2015).
“Siamo onorati – afferma Patrizia Origoni, Marketing Manger di Randstad Italia – di partecipare ormai alla sesta edizione di ‘ScopriTalenti’. Il nostro obiettivo è di stimolare i giovani ad approcciarsi in modo attivo al mercato del lavoro. Abbiamo, infatti, avviato una serie di iniziative di orientamento trasversali per rendere i ragazzi consapevoli delle dinamiche del mercato del lavoro, delle sue difficoltà ma anche delle opportunità e dell’importanza delle esperienze sul campo”.
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