In 5.000 a Roma, 25.000 a Napoli, 4.000 a Bari, 5.000 a Milano, 4.500 a Torino, 1.000 a Genova, diverse migliaia tra Cosenza, Trieste, Pisa, Siena, l’Aquila, Salerno, Caserta, Catania, Siracusa, Bologna gli studenti hanno sfilato per le strade delle città per chiedere una legge quadro sul diritto allo studio, per dire basta alla dequalificazione e all’assoggettamento ai mercati della scuola e dell’università pubblica, per chiedere un futuro libero da ricatti, per costruire una scuola e un’università diversa, pubblica e di qualità, ma soprattutto accessibile a tutti.
La giornata si è caratterizzata con diverse azioni: a Roma, il corteo degli studenti ha fatto una sosta in piazza dell’esquilino per protestare contro la legge Bossi-Fini. Un gruppo di ragazzi ha mostrato delle grandi barchette di carta e srotolato uno striscione su cui campeggiava la scritta “respingiamo la Bossi- Fini”. ”Ci aspettiamo che il Governo Letta faccia un passo in avanti nelle politiche sull’immigrazione”.
Comincia con un flash mob sulla tragedia di Lampedusa, vicino all’ingresso della Prefettura di Bologna, il corteo degli studenti delle superiori partito questa mattina da piazza San Francesco: circa 500 i manifestanti che hanno raccolto l’appello della Rete degli studenti e degli studenti medi autorganizzati, nel giorno di una giornata nazionale di mobilitazione sulle problematiche della scuola. Davanti a Palazzo Caprara gli studenti hanno steso a terra alcuni vestiti, a mo’ di corpi umani. Dall’impianto di amplificazione si chiede l’abolizione della legge Bossi-Fini: «Non ne possiamo più di vedere poveri migranti morire».
Subito dopo, con il corteo fermo in piazza Maggiore, minuto di silenzio per le vittime di Lampedusa. «No all’Europa dei confini- e’ il coro successivo- siamo tutti clandestini». La manifestazione, poi, prosegue lungo via dell’Archiginnasio. In corteo cartelli contro gli F35 e il Governo, ad esempio: «Larghe intese ‘sto c…». Arrivati in piazza Cavour, la protesta si indirizza contro la sede della Banca d’Italia con decine di adesivi incollati sulle pareti esterne: «Save school, not banks».
a Pisa, invece, gli studenti insieme a Link Coordinamento Universitario e Rebeldia hanno simbolicamente apposto dei sigilli di sequestro sul comune contro lo sgombero dell’ExColorificio occupato;
a Torino gli studenti hanno attaccato le 10 proposte sul diritto allo studio sotto la regione Piemonte;
un minuto di silenzio per la tragedia di Lampedusa: a ricordare le vittime del barcone di migranti sono stati gli studenti scesi in piazza oggi a Milano che si sono fermati lungo il tragitto, in piazza Meda, in silenzio. Nel capoluogo lombardo gli studenti sono diretti alla sede della Regione facendo tappa alla provincia e presso diverse scuole private per ribadire che non c’è più tempo per il finanziamento alle scuole private e paritarie e per il buono scuola.
tuttavia, dopo aver tentato di raggiungere la sede della Provincia, respinti da una breve carica delle forze dell’ordine, i manifestanti, che hanno imbrattato alcune banche e lanciato uova contro una scuola privata, si sono diretti verso palazzo Pirelli. Anche qui, strada sbarrata. Ne e’ seguito un presidio con sit in e assemblea.
A Napoli gli studenti denunciano la devastazione ambientale della Campania ad opera della camorra, della politica e delle imprese conniventi. Il corteo si è caratterizzato in maniera forte contro il biocidio e la morte della nostra terra, che non è solo una questione territoriale ma un tema che deve imporsi all’ordine del giorno a livello nazionale. Per questo oggi, abbiamo lanciato in piazza il 16 novembre: vogliamo invadere Napoli di nuovo con un grande corteo che raccoglierà tutti i giovani e tutte le realtà impegnate sul territorio per dire no al biocidio e per esigere una bonifica controllata dalle comunità territoriali.
Mobilitazione nei capoluoghi siciliani, proclamata da Cgil Cisl e Uil, sul tema ‘Fermiamo le stragi nel Mediterraneo’. E al fianco dei sindacati oggi ci sono gli studenti, in piazza anche contro i tagli alla scuola. In particolare i giovani osservano un minuto di silenzio in ricordo delle vittime della tragedia di Lampedusa. Quattro le proposte consegnate ai prefetti dai vertici confederali. Cgil Cisl e Uil chiedono che sia messo a punto un piano per un efficace sistema di accoglienza anche attraverso l’impegno dell’Unione europea, "che non può esimersi dalla responsabilità di sostenere una delle più importanti frontiere europee, nel Mediterraneo, istituire corridoi umanitari per i profughi; riformare la legislazione sull’immigrazione e dotare l’Italia di una legge organica in materia di asilo; contrastare la tratta di esseri umani ”anche attraverso forme efficaci di collaborazione con i Paesi di origine e di transito di migranti e profughi, e colpendo duramente i trafficanti".
"Le mobilitazioni però non si fermano oggi – dichiara la Rete della Conoscenza – a partire da domani, in piazza a Roma, vogliamo imporre la nostra presenza costante nel paese perchè siamo stanchi di stare in secondo piano, siamo stanchi delle scuse e siamo stanchi dei contentini. Come abbiamo ripetuto oggi nelle piazze, vogliamo tutto, e ce lo riprenderemo."
Rete studenti: 120 mila studenti in piazza
Secondo Daniele Lanni, portavoce nazionale della Rete degli Studenti Medi, sono 120 mila gli studenti oggi scesi in piazza. ”In tutta Italia ci sono state piazze stupende, pienissime di studenti e di voglia di cambiamento, al grido di ‘Si scrive scuola, si legge futuro’. La partecipazione è stata oltre ogni aspettativa.”
”Abbiamo scelto di iniziare la nostra giornata di mobilitazione nazionale da sotto Palazzo Chigi, per ricordare chiaramente che questo Dl è assolutamente insufficiente per dare risposte agli studenti e alle nostre scuole, per chiedere maggiori risposte a questo governo”, ha detto Lanni, concludendo che ”gli studenti oggi hanno dimostrato che le scuole, e le assemblee sono piene di proposte. Siamo convinti che il futuro del nostro Paese debba necessariamente ripartire dagli investimenti in scuola pubblica e istruzione. Il mondo della Scuola necessita di investimenti seri e mirati, e di una riforma strutturale che, a partire da una legge nazionale per il diritto allo studio, vada nella direzione di rendere la scuola pubblica, laica e aperta a tutti”
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