Sono passati 50 anni, quando, nel maggio del 1967 esce per la piccola casa editrice fiorentina LEF un libro dal titolo Lettera a una professoressa. L’hanno scritto don Lorenzo Milani e gli alunni della scuola di Barbiana, una canonica del Mugello a pochi chilometri da Firenze. Un libro che affronta in modo chiaro i problemi della scuola, “un vademecum per ogni insegnante democratico per anni” scrive su Internazionale la storica Vanessa Roghi.
L’opera riflette l’esperienza sociale e didattica di don Milani che, nel 1954, si era dedicato attivamente all’organizzazione di una scuola popolare.
La lettera è indirizzata ad un’insegnante che ha bocciato alcuni ragazzi di Barbiana. Da questa occasione nasce una immagine amara e realistica del mondo della scuola, segnata da profonde contraddizioni sociali, una scuola che sembra “tagliata su misura dei ricchi”.
Il libro è “anello centrale di una riflessione sulla necessità di riformare il sistema educativo, che sfocerà nelle grandi battaglie per la scuola degli anni settanta. Ma visto, anche, come l’inizio della fine di tutto: dell’autorità degli insegnanti, della voglia di studiare dei ragazzi, dello stare in disparte dei genitori, come l’inizio del “donmilanismo”.
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Più che un progetto di riforma, è una testimonianza quella di Don Milani: “La scuola non può essere che aconfessionale e non può essere fatta che da un cattolico e non può esser fatta che per amore (cioè non dallo Stato). In altre parole la scuola come la vorrei io non esisterà mai altro che in qualche minuscola parrocchietta di montagna oppure nel piccolo di una famiglia dove il babbo e la mamma fanno scuola ai loro bambini”.
Il libro – sottolinea Roghi – riguarda la scuola dell’obbligo e non il liceo o l’università. Il cuore della lettera e di tutto l’insegnamento di don Milani non sta nel non bocciare, o nel disobbedire, quanto nel ben più impegnativo dare tutti gli usi della parola a tutti”.
Purtroppo, però, ancora oggi interessi, classismo, indifferenza contraddistinguono la scuola. E l’istituzione scolastica è diventata un tunnel da quasi uscire al più presto.
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http://www.giuliotortello.it/racconti/lettera_professoressa.pdf
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