Corbezzoli, direbbero i lavoratori della scuola inclusi nella “Quota 96” e scartati per mancanza di copertura finanziaria; ma lo direbbero pure i precari, i supplenti temporanei, i presidi a caccia di carta igienica per le scuole e poi a seguire. E se i politici vengono informati sulla pelle dei contribuenti, scrive Lettera 42, per fare al meglio il loro lavoro, a beneficiarne sono i gruppi editoriali che già usufruiscono di aiuti statali attraverso i contratti di solidarietà e gli stati di crisi dichiarati nelle loro testate.
Nel 2013, la cifra più consistente, scrive Lettera 43, è andata all’agenzia Adnkronos, di proprietà di Giuseppe Marra: 8.986.820 euro. E per il 2014 è stato appena stipulato un nuovo contratto per altri 8.986.820 euro. In tutto fanno circa 18 milioni di euro di soldi pubblici a un editore che ha annunciato un piano di tagli lacrime e sangue per la sua testata che prevede 23 licenziamenti e contro il quale i giornalisti sono in mobilitazione da settimane.
L’altra agenzia di stampa cui nel 2013 sono andati un bel po’ di soldi è quella di proprietà dell’Eni, l’Agi: 9.200.300 euro. Il contratto di fornitura di servizi giornalisti con l’Ansa, invece, sempre per il 2013, è stato di 7.256.840; quello con l’Asca di 2.998.800. E quest’ultima si è già assicurata anche la copertura per il 2014: 2.998.800 euro.
Tm News del banchiere Luigi Abete, presidente della Banca nazionale del lavoro (il 40% dell’agenzia di stampa è detenuto da Telecom Italia), nel 2013 ha incassato 2.548.450 euro e per il 2014 ha già portato a casa un altro contratto da 2.548.450 euro.
C’è poi Impronta Srl, la società editrice de Il Velino, di proprietà dell’imprenditore Luca Simoni, che nel 2013 ha incassato da Palazzo Chigi 1.817.130 euro. Per il 2014, con il nuovo nome di Agv News Srl, ha chiuso un contratto con la presidenza del Consiglio per altri 1.187.130.
Il doppio circa di quanto ricevuto invece da La Presse nel 2013: 680.000.
Per l’Italpress di Gaspare Borsellino il 2013 si è chiuso con 333.100 incassati dalla presidenza del Consiglio e altri 333.100 in arrivo per il 2014.
La società Com.E comunicazione & editoria Srl, che edita Dire, ha incassato nel 2013, 657.500 euro e un bel gruzzoletto è andato anche a Il Sole 24Ore, il quotidiano di Confindustria: 1.241.988 euro.
Buon incasso anche per Nove Colonne Soc.Coop. di giornalisti Srl, società diretta da Paolo Pagliaro, giornalista e collaboratore di Lilli Gruber a Otto e mezzo: nel 2013 ha avuto 252.046 euro e la stessa cifra le è stata accordata per il 2014.
Tutte risorse che forse, in tempi di magra, potrebbero essere spese in altro modo.
Nel rendiconto spese del dipartimento dell’Editoria, figura anche una parte delle risorse investite per informare non gli addetti ai lavori, ma i cittadini. E anche qui, tornano nomi noti.
Per spiegare in cosa consisteva il decreto del Fare, per esempio, il governo Letta ha pubblicato una serie di informazioni su quotidiani e siti web.
Per la pubblicazione su Gazzetta dello Sport, Corriere della Sera, Quotidiano nazionale (Il Resto del Carlino, La Nazione, Il Giorno) la presidenza del Consiglio ha versato 61.356, 24 euro a Rcs Media Group per 10 giorni di lavoro, dal 3 al 13 gennaio.
La stessa campagna è stata poi pubblicata anche su La Stampa al costo di 8.454 euro per un giorno (incassato da Publikompass), su Il Messaggero e Leggo per cinque giorni al costo di 14.409 euro (aggiudicatario Piemme), su La Repubblica, Metro e Repubblica.it per un giorno al prezzo di 43.963 euro (Manzoni).
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