Categorie: Politica scolastica

50mila al miglior docente? Il mito del merito produce mostri

Nella giornata di ieri il Ministro Giannini ha annunciato che il Governo istituirà un Premio nazionale degli insegnanti. Questo consisterà, sul modello del “Global Teacher Prize” in una “ricompensa” di 50 mila euro per il miglior professore dell’anno, i premi successivi ammonteranno a 30 mila euro da utilizzare per progetti all’interno delle scuole.

“L’intento espresso dalla Ministra, oltre ad evocare i premi assegnati durante il ventennio fascista – dichiara Danilo Lampis, Coordinatore Nazionale dell’Unione degli Studenti – risulta una misura diseducativa e volta a promuovere un modello basato sulla competizione sfrenata. Le scuole e le università sono definanziate, aumentano dispersione scolastica e universitaria, ma il ministero pensa ad elargire premi”.

“Ancora una volta si dà centralità al tema della presunta meritocrazia – continua Lampis – che spinge gli insegnanti a competere tra loro per qualche soldo in più. Riteniamo questa proposta svilente del ruolo dell’insegnante, nonchè diseducativa nei confronti degli studenti.Ci siamo opposti ai comitati di valutazione nelle scuole, perchè contrappongono i soggetti in una guerra tra poveri, continueremo a farlo anche attraverso il referendum sulla scuola”.

“Dalle dichiarazioni della Ministra e dal progetto del Premio nazionale degli insegnanti – aggiunge Riccardo Laterza, Portavoce Nazionale della Rete della Conoscenza – emerge con chiarezza come l’idea di formazione sia strettamente connessa all’idea complessiva di società: la retorica della meritocrazia usata come clava dentro scuole e università per un modello competitivo ed escludente risulta in netta opposizione a una battaglia contro le disuguaglianza e per una società più democratica”.

“In questo senso – concludono gli studenti nella nota – riteniamo centrale il ruolo delle battaglie nei settori della formazione nella stagione referendaria che si sta aprendo su scuola pubblica, inceneritori e trivellazioni, soprattutto per esprimere un potenziale di proposta e di alternativa: per questo motivo abbiamo messo a disposizione di tutte e tutti la legge di iniziativa popolare per il diritto allo studio, che parte dalle battaglie degli studenti per sollevare una questione decisiva per tutto il Paese”.

Redazione

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