Si apre, quindi, la partita delle oltre 57mila immissioni in ruolo di soli insegnanti: nella scuola dell’infanzia sono previste 4.988 assunzioni, nella primaria 12.410, nella secondaria di primo grado 20.999, in quella di secondo grado 18.925; mentre per il sostegno ne sono state richieste 1.143 nella scuola dell’infanzia, 4.396 nella primaria, 6.143 nella secondaria di primo grado e 1.647 alle superiori, più 370 come educatori e 9.838 per il personale Ata.
In attesa del via libera del Mef, chiamato ad avallare le immissioni in ruolo su quasi tutti i posti disponibili, il 31 luglio il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti ha incontrato al Miur i direttori generali degli Uffici scolastici regionali, ricordando loro che “il nostro impegno comune deve essere il rispetto delle scadenze, per un buon avvio del nuovo anno scolastico”.
Questo significa che la proroga per l’attuazione delle nomine dovrà essere rispettata in modo imprescindibile: a tale scopo, il Miur ha disposto l’apertura della piattaforma informatica del Sidi fino al 31 agosto, prorogandola rispetto al 6 agosto iniziale.
Lo slittamento, tuttavia, potrebbe andare a determinare uno spostamento in avanti per le supplenze annuali: è bene, quindi, che il Miur specifichi che la data di fine agosto riguarda tutte le operazioni e non solo i contratti a tempo indeterminato.
In caso contrario, si rischierebbe di non fare in tempo a nominare i precari, su posto vacante, prima dell’avvio delle lezioni del nuovo anno scolastico. E, di conseguenza, i presidi non farebbe in tempo a nominare da graduatoria d’istituto, nei casi di esaurimento delle graduatorie di merito e delle GaE. Non vogliamo essere cattivi profeti, ma si tratta di una circostanza che purtroppo da anni si verifica in modo pressoché sistematico.
Tra le grane da risolvere, c’è poi quella dei diplomati magistrale, che continuano a criticare la soluzione prospettata dall’emendamento al decreto dignità, in procinto di essere approvato alla Camera. Come già indicato dalla Tecnica della Scuola, si conferma la volontà del Miur di assumere a tempo indeterminato i maestri con diploma magistrale collocati con la modalità della riserva nelle GaE per effetto di provvedimenti cautelari dei giudici amministrativi.
Ma la novità è che “al contratto di assunzione di questi docenti – scrive Italia Oggi – verrà apposta una clausola risolutiva espressa, nella quale verrà indicato che, in caso di sentenza negativa (praticamente certa n.d.r.), saranno licenziati. Resta il fatto, però, che qualora il parlamento dovesse approvare il decreto dignità in tempo utile (come peraltro sembrerebbe ormai scontato) i contratti saranno innovati mediante la trasformazione del rapporto a tempo indeterminato o della supplenza annuale fino al 31 agosto in contratti di supplenza temporanea fino al termine delle attività didattiche (30 giugno)”.
Per effetto dell’attuazione della sentenza del Consiglio di Stato del 20 dicembre scorso, a quel punto, in corso d’anno, tutti i maestri, anche i circa 5.500 già immessi in ruolo con riserva, si ritroverebbero in mano un contratto a termine e la collocazione in seconda fascia d’istituto (che però potrebbe non essere immediata).
In contemporanea, partirà il concorso straordinario, tutto ancora da definire. Al quale parteciperanno anche altri docenti abilitati, ad iniziare dagli agguerriti concorrenti di Scienze della formazione primaria, ma non quelli che hanno svolto i 24 mesi di servizio nelle paritarie.
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