La Giornata mondiale della tolleranza zero contro le mutilazioni genitali femminili, che ricorre il 6 febbraio, è stata istituita dalle Nazioni Unite proprio per diffondere una sempre maggiore consapevolezza su questa pratica lesiva dei diritti umani.
Infatti, sarebbero circa 200 milioni le ragazze e le donne in tutto il mondo che hanno subito qualche forma di mutilazione genitale, in 31 Paesi in Africa, in Medio Oriente e in Asia. Più di 600mila donne e ragazze con mutilazione genitale femminile vivono in Europa e neanche l’Italia è immune al fenomeno: secondo le stime più recenti, le donne tra i 15 e i 49 anni sottoposte a mgf presenti sul territorio nazionale sono circa 87.6001
Il Fondo delle Nazioni unite per la popolazione, stima che 68 milioni di ragazze siano a rischio di mutilazione tra il 2015 e il 2030, mentre uno studio più recente stima che altri due milioni di ragazze siano in pericolo, con conseguenze gravissime sulla salute fisica e psichica delle bambine e delle ragazze che le subiscono.
Secondo l’UNFPA, oltre 4 milioni di bambine e ragazze rischiano di essere sottoposte a MGF ogni anno. L’Africa è di gran lunga il continente in cui il fenomeno delle MGF è più diffuso, con 91,5 milioni di ragazze di età superiore a 9 anni vittime di queste pratiche.
Ad oggi però, il fenomeno migratorio ha reso le mgf un problema di interesse globale.
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