L’affermazione del ministro Bussetti, secondo il quale ci saranno 60mila assunzioni di insegnanti a partire da settembre, sarebbe solo un miraggio, una pia illusione insomma.
A smentirlo Anief: «Con l’attuale sistema di reclutamento non si arriverà ad assumere quegli insegnanti, che comunque sono abilitati e già insegnano ai nostri figli». E aggiunge che ci sarebbero oltre 180mila persone abilitate per quei posti di lavoro, praticamente tre volte di più dei posti disponibili. Eppure un gran numero di quelle cattedre sono destinate a rimanere vuote.
«Già 50mila cattedre sono andate deserte in tre anni: un dato esorbitante, considerando che viviamo in un Paese dove c’è un alto tasso di disoccupazione, e soprattutto nella scuola, dove c’è un alto livello di abilitazione», puntualizza Anief. Nello specifico, «per il prossimo anno stimiamo altre 15mila cattedre deserte». E se poi ci si mettono i circa 20mila pensionamenti che quest’anno deriveranno da Quota 100, il quadro assume contorni ancora più imbarazzanti: «Ancora il ministero non ha dato l’autorizzazione affinché siano immessi nel novero utile delle immissioni in ruolo. C’è una trattativa in corso con i sindacati».
Ma Anief, secondo quanto riporta Linkiesta.it, sottolinea: «Abbiamo tantissimi posti vacanti disponibili nella scuola, e questi posti potrebbero essere il doppio se solo per ragioni finanziarie lo Stato non preferisse darne la metà in supplenza». Per lo Stato, secondo il sindacato, è economicamente più vantaggioso impiegare precari inserendoli, piuttosto che nell’organico di diritto nell’organico di fatto, evitando così di dover assumere a tempo indeterminato. «È sempre più probabile che i contratti stipulati con scadenza al 30 giugno e al 31 agosto del 2020 saranno stavolta tra i 150 mila e i 200 mila».
Ad oggi, oltre 100mila persone abilitate nella secondaria di primo e secondo grado e oltre 50 mila diplomati magistrali abilitati non sono ancora riusciti a inserirsi nelle graduatorie ad esaurimento. Di fatto, spiega il sindacato, si tratta di una volontà politica di impedirlo.
Nemmeno gli insegnanti di sostegno se la passano meglio. «C’è una legge che vorrebbe limitare gli insegnanti di ruolo sul sostegno solo nel 70% dei posti abilitati», dice Pacifico. Il problema del sostegno nasce a sua volta dagli organici: «Abbiamo bisogno di 160mila insegnanti di sostegno ogni anno, la scuola ne chiede 200mila, ma il ministero ne dà la metà. E quasi il 45% dei posti che vengono dati in sostegno vengono messi nell’organico di fatto, cioè l’organico eccezionale». Senza contare che spesso nelle graduatorie di istituto non ci sono docenti specializzati sul sostegno, per cui le scuole chiamano docenti dall’esterno anche senza specializzazione. «Dopo 3, 4 o 5 anni comunque una persona pensa di avere il diritto di essere assunta anche sul sostegno, proprio perché l’ha fatto per tutti quegli anni».
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