Secondo l’ultima stima globale elaborata da Unicef, in tutto il mondo sarebbero 640 milioni le ragazze e le donne in vita date in moglie durante l’infanzia, ovvero 12 milioni di ragazze all’anno.
Secondo la nuova analisi “Is an End to Child Marriage within Reach? Latest trends and future prospects 2023 update”, nonostante il costante declino dei matrimoni precoci, nell’ultimo decennio, molteplici crisi, tra cui i conflitti, gli shock climatici e le conseguenze del COVID-19, minacciano di annullare i risultati faticosamente raggiunti.
L’Africa subsahariana (20% di spose bambine), l’America Latina e i Caraibi si avviano ad avere il secondo più alto livello regionale di matrimoni precoci entro il 2030. Una stagnazione si registra in Medio Oriente e in Nord Africa, l’Europa orientale e l’Asia, tuttavia l’Asia meridionale continua a guidare le riduzioni a livello globale ed è in procinto di eliminare il matrimonio infantile in circa 55 anni. In ogni caso laa regione continua a ospitare quasi la metà (45%) delle spose bambine del mondo. Sebbene l’India abbia registrato progressi significativi negli ultimi decenni, rappresenta ancora un terzo del totale globale.
Le bambine che si sposano durante l’infanzia hanno meno probabilità di rimanere a scuola e corrono un rischio maggiore di gravidanze precoci, aumentando a loro volta il rischio di complicazioni per la salute infantile e materna e di mortalità. Questa pratica può anche isolare le ragazze dalla famiglia e dagli amici ed escluderle dalla partecipazione alle loro comunità.
Di conseguenza, le ragazze che vivono in contesti fragili hanno il doppio delle probabilità di diventare spose bambine rispetto alla media mondiale, si legge nell’analisi.
Per ogni aumento pari a dieci volte dei decessi causati dai conflitti, si registra un aumento del 7% del numero di matrimoni precoci. Allo stesso tempo si stima che la pandemia abbia già ridotto di un quarto il numero di matrimoni precoci evitati dal 2020.
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