Sui precari stavolta il Governo appare fortemente intenzionato a dire sì alle assunzioni su tutti i posti vacanti: la risposta alla richiesta unitaria è arrivata a ventiquattrore dalla conferenza di Cisl, Uil, Snals e Gilda. Peccato che nella bozza del Decreto sviluppo, che approderà il 5 maggio in Consiglio dei ministri, sia indicato che i 65.000 supplenti da assumere a tempo indeterminato verranno “spalmati” su un piano triennale, che va dal 2011 fino al 2013. Mentre le organizzazioni sindacali avevano spinto per l’immissione in ruolo, dello stesso contingente, da effettuare tutta in un’unica tornata, da attuare nella prossima estate. Il provvedimento rientra nella manovra di giugno, decreto ormai battezzato con il nome di “manovra d`estate”: consisterà in un intervento di manutenzione dei conti pubblici e di rifinanziamento di spese obbligatorie per un totale, al momento, di 7-8 miliardi di euro. L’approvazione del piano rientra tra “le spese obbligatorie non previste a legislazione corrente” ed intende determinare in concreto, si legge sempre nel documento, “la copertura totale (o quasi) dei posti vacanti disponibili nell’anno 2011-2012”. Per i sindacati ed i diretti interessati la notizia delle assunzioni ha un sapore che potremmo definire agro-dolce: da una parte i lavoratori non di ruolo della scuola possono rallegrarsi, visto che ne verranno assunti a titolo definitivo una quota maggiore (anche se non di molto) rispetto alla media di 15.000 decretata negli ultimi anni; dall’altra, però, si tratta pur sempre di un obiettivo molto lontano rispetto alla richiesta di collocazione in ruolo auspicata dai sindacati su tutti i 65.000 posti che risultano vacanti e disponibili “in modo tale che – hanno detto all’unisono nella conferenza stampa di Roma – il prossimo 1° settembre, all’apertura del nuovo anno scolastico, altrettanti precari possano rientrare con un contratto a tempo indeterminato”.