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652 minori uccisi in Siria, la metà vicino alle scuole

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April 19, 2025

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Uccisi, abusati, senza scuole e senza cure, i bambini siriani vivono quotidianamente in una situazione infernale, che nel 2016 ha segnato un nuovo record in negativo, con un numero senza precedenti di violazioni provate: il rapporto Unicef diffuso oggi descrive un terribile quadro, aggiornato, delle condizioni disperate in cui si ritrovano i più piccoli nel Paese devastato da quasi sei anni di guerra.

I casi verificati di uccisioni, mutilazioni e di arruolamento di bambini sono notevolmente aumentati rispetto l’anno precedente – evidenzia il documento del Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia – che registra un numero crescente di casi di minori impiegati sulla linea del fronte e in generale in ruoli legati alle operazioni militari, addirittura come kamikaze o esecutori di omicidi.

Almeno 652 bambini sono stati uccisi nel 2016, di questi 255 nei pressi di una scuola o dentro un edificio scolastico, un dato che segna un 20% in più di uccisioni di minori rispetto al 2015.

“C’è un livello di sofferenza senza precedenti. Milioni di bambini in Siria sono vittime quotidiane di attacchi, la loro vita è completamente sconvolta”, ha dichiarato all’agenzia Afp da Homs, in Siria, il Direttore regionale dell’Unicef per il Medio Oriente e l’Africa del Nord, Geert Cappelaere. “Ogni bambino è segnato a vita, con conseguenze terribili sulla sua salute, il suo benessere, il suo futuro”.

 

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I minori più vulnerabili in Siria sono quei 2,8 milioni che vivono nelle zone di più difficile accesso, in particolare i 280mila che vivono in aree sotto assedio, praticamente irraggiungibili dai convogli degli aiuti umanitari.

Dopo sei anni di guerra, circa 6 milioni di bambini dipendono totalmente dagli aiuti umanitari, cifra moltiplicata per 12 dal 2012. Gli sfollati si contano a milioni, cresce la categoria degli ‘sfollati multipli’, ovvero di quanti sono stati costretti più volte a cercare un nuovo riparo dalle violenze. E sono oltre 2,3 milioni i bambini siriani rifugiati in Turchia, Giordania, Libano, Egitto e anche Iraq.