Ormai ci siamo: i giochi sulle immissioni in ruolo sono fatti. Si tratta solo di esplicitarli. Il ministero dell’Istruzione lo farà, comunicando i criteri prescelti per attuare le 67 mila nomine in ruolo, nella serata del 4 agosto. In pratica qualche minuto dopo che le organizzazioni sindacali avranno concluso il loro incontro coi rappresenti dell’Aran per la sottoscrizione definitiva della pre intesa del 19 luglio scorso.
L’informativa del Miur, perché su questo argomento non ci può essere contrattazione, è molto attesa: oltre che per la suddivisione degli scaglioni (si parla insistentemente di buona parte delle classi di concorso delle superiori fortemente penalizzate a causa dell’alto numero, sembra 8mila, di soprannumerari), i rappresentanti del Miur dovrebbero infatti esplicitare anche se le assunzioni avverranno esclusivamente attingendo i nominativi dalle graduatorie ad esaurimento appena aggiornate. Oppure se una parte dei precari (10mila?) verranno assunti attingendo delle vecchie graduatorie, quelle composte con i trasferimenti che andavano in “coda”: in tal caso, si accettano scommesse, si aprirà una nuova saga di ricorsi.
Intanto, alla vigilia della giornata chiave per il futuro di decine di migliaia di supplenti, c’è stato un altro incontro, sempre coi sindacati, durante il quale si sono affrontati diversi argomenti. A proposito della gestione delle supplenze non vi sono particolari novità: il termine per l’effettuazione delle operazioni è stato posticipato, come si sapeva, al 31 agosto. Termine oltre il quale, la competenza, sempre comunque attingendo dalle graduatorie ad esaurimento, passerà direttamente ai dirigenti scolastici.
Per quanto riguarda il salva precari, sempre riservato a coloro che sono iscritti nelle graduatorie ad esaurimento ma che non firmeranno contratti, servirà aver svolto almeno una supplenza di 180 giorni (sempre nella stessa scuola) negli ultimi tre anni scolastici: per tutti loro (lo scorso anno oltre 21.000 tra supplenti docenti e Ata) scatterà l’inserimento nelle liste prioritarie (in caso di necessità verranno convocati per primi) a la riscossione di una indennità (all’inizio il 60% dello stipendio, per poi scendere coi mesi gradualmente).
Il Miur ha anche confermato che presto bandirà il concorso per 450 posti di Dsga, i Direttori dei servizi generali e amministrativi, sui cui il Mef si era da tempo espresso positivamente (assieme a quello per dirigenti scolastici): si svolgerà su base regionale, per i posti effettivamente vacanti e disponibili in ciascuna provincia. Per accedervi servirà la laurea in giurisprudenza, in scienze politiche, sociali o amministrative, in economia e commercio o titoli equipollenti o diplomi di laurea specialistica (LS) 22, 64, 71, 84, 90, e 91. Gli esami prevedono due prove scritte ed una orale. Queste le materie su cui verteranno: Diritto amministrativo; Contabilità dello Stato, con particolare riferimento alla contabilità delle istituzioni scolastiche; Diritto pubblico. Per accedere alle prove bisognerà superare un test preselettivo con quesiti a risposta multipla. Per quanto riguarda il personale non idoneo all’insegnamento, il Miur sembrerebbe disposto ad assecondare la richiesta dei sindacati: far slittare l’obbligo della domanda da parte dei diretti interessati, introdotta con la manovra economica, dal 16 agosto alla fine di settembre. Ma per la certezza bisognerà aspettare ancora qualche giorno.