Sulla base dei dati resi noti dalla Commissione europea, sette giovani europei su dieci, che hanno partecipato a Erasmus+, hanno ottenuto il primo impiego grazie alle competenze acquisite nel corso dell’esperienza all’estero.
I dati sono si trovano in due studi e realizzati su 500 organizzazioni e 77mila studenti e membri del personale universitario.
Erasmus+, si legge sul Sole 24 Ore che riporta le nota da Bruxelles, è una vera e propria “svolta” per i giovani europei.
Il 72% degli ex studenti Erasmus+ afferma di aver trovato impiego anche grazie all’esperienza di studio oltreconfine. Non solo: oltre il 70% dei ragazzi intervistati ritiene di sapere meglio, al ritorno dall’estero, quale carriera desidera intraprendere, mentre nove ragazzi su dieci dichiarano di utilizzare nel lavoro quotidiano le competenze acquisite all’estero.
Il personale accademico che ha preso parte ad Erasmus+ è infatti più incline a coinvolgere il mondo aziendale nei propri corsi rispetto agli omologhi non mobili (circa il 60% rispetto al 40%). Oltre l’80% degli accademici riferisce poi che l’esperienza all’estero ha portato allo sviluppo di programmi di studio più innovativi.
Positivo anche l’impatto di Erasmus+ su inclusione sociale e identità europea: due università partecipanti su tre hanno dichiarato che i progetti europei contribuiscono a evitare la discriminazione, e oltre il 90% dei giovani afferma di aver migliorato la capacità di lavorare con persone di culture diverse.
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