1. Quando si afferma che la scuola non è fonte di contagio bisognerebbe aggiungere: GRAZIE ALLA DAD
2. Il diritto alla salute deve essere tutelato per primo, perché solo se si preserva la salute tutto il resto può essere recuperato. A tal proposito, un rientro in aula di alunni e personale delle scuole, in particolare delle secondarie superiori, è incauto, specialmente nei mesi di gennaio e febbraio e cioè durante il picco di una pericolosissima pandemia.
3. In riferimento alla sicurezza nelle scuole e alla diffusione del contagio nelle classi secondarie superiori i numeri non sono attendibili poiché le scuole sono state aperte solo qualche settimana e molti, tra chi ha vissuto quell’esperienza, pensano che proprio la DaD abbia evitato il precipitarsi a cascata della situazione.
4. La didattica nelle aule che impone la situazione contingente, caratterizzata da un assetto rigidamente frontale in cui è difficile anche restituire la parola ai ragazzi e alle ragazze, in cui per sei ore bisogna stare immobili nel proprio banco, senza nessun momento di scambio e di convivialità, non aiuta dal punto di vista relazionale, non è proficua dal punto di vista della formazione, è dannosa dal punto di vista dell’espressione corporea e rischia di creare un baratro difficilmente sanabile tra la popolazione studentesca e la scuola.
5. La comunità scolastica ha bisogno di progettare un piano annuale di lavoro: non possiamo continuare ad agire a seconda dell’andamento epidemiologico, navigando a vista, bisogna evitare il prorogarsi di questa situazione precaria ed alternante, per fortuna oggi abbiamo la DaD che ci consente tale possibilità. La scuola dell’inclusione si realizza soprattutto attraverso la progettazione degli interventi e della loro modalità. Non dobbiamo fare in modo che i dati epidemiologici condizionino le nostre azioni, dobbiamo cercare di agire in modo da condizionare i dati epidemiologici: questa si chiama prevenzione.
6. Bisogna iniziare a narrare la scuola a partire dai suoi attori; gli intellettuali che non entrano in un’aula scolastica, se non occasionalmente, da quando si sono diplomati dovrebbero astenersi dal sentenziare frasi tipo “i ragazzi e le ragazze italiane hanno perso mezzo anno scolastico”, la scuola non si è mai fermata, con tutti i limiti del caso, si è organizzata la DaD prima ancora che fosse regolamentata. Certamente il disagio giovanile è molto ampio, come il malessere di tutta la società, la colpa non è della DaD ma del covid, per fortuna abbiamo la DaD.
7. Si invitano i decisori politici, invece di litigare sulla scuola, a impegnarsi perché il piano dei vaccini acceleri in sicurezza e restituisca così serenità e speranza a tutti i cittadini e tutte le cittadine. La fiducia nella scienza e il supporto della tecnologia ci aiutino a superare questo triste periodo, il supporto dell’arte, della musica, del cinema e della letteratura ci conforti in questi mesi di distanziamento.
Il documento è sottoscritto da 112 docenti del Liceo Regina Margherita di Palermo
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