La parola d’ordine è di stendere una pietra tombale sulla scandalosa e vergognosa vicenda che ha sconvolto la vita di tutto il personale ATA-ITP ex EELL che nel lontano gennaio 2000 passarono allo Stato grazie alla legge 124/1999 che ne disciplinava e regolamentava il transito. E’ questo il famigerato accordo segreto che ha visto coinvolti i sindacati della scuola maggiormente rappresentativi ed i vari governi che si sono succeduti fino ad oggi. Un vergognoso piano ben orchestrato da 14 anni, che ancora vige e che fu strutturato all’indomani del passaggio allo Stato dei lavoratori delle scuole (ATA-ITP) gestiti fino ad allora dagli Enti Locali. Una manovra che rappresenta per tutti i sindacati della scuola, firmatari dei vari contratti, un “bubbone” enorme che ha sporcato ed ancora rappresenta una macchia nera e vergognosa per la parte sindacale e per la quale ancora non è stato trovato il coraggio di fare pubblica ammenda…ed allora meglio stendere un velo pietoso, o meglio, “infoibare” il problema per non parlarne anzi negarne l’esistenza anche se l’infame e vergognosa manovra ha gettato nella disperazione migliaia di lavoratori, costretti a restituire al tesoro decine di migliaia di euro, con ripercussione inevitabili sulla liquidazione e sull’assegno di pensione.
In fine di unificare tutto il personale delle scuole pubbliche alle sole dipendenze dello Stato (diviso fino ad allora tra dipendenti dello Stato ed Enti Locali) alle sole dipendenze del Ministero P.I., il governo Prodi – D’Alema con la legge 124/99, legifera e norma il passaggio riconoscendo a tutti i dipendenti transitati l’anzianità maturata presso gli Enti Locali (art. 8); a luglio 2000, a passaggio effettuato, con un dietrofront incredibile si pone uno stop al riconoscimento dell’anzianità maturata con un accordo Sindacati – Aran si rettificava e si imponeva invece il passaggio e l’inquadramento alle dipendenze dello Stato del personale, in questione, con lo stipendio in godimento, modificando quindi il senso e lo spirito dell’art. 8 (L.124/99); partono migliaia di ricorsi dei lavoratori che li vedono vittoriosi, in quando , la maggioranza dei giudici nei vari gradi di giudizi ritengono nullo l’accordo Sindacati -Aran; a settembre 2006 ci prova il governo Berlusconi, che con una interpretazione autentica”…sic!, relatrice l’on Santanchè, inserita nella Legge Finanziaria 2006, modifica e stravolge il senso dell’art. 8 L.124/99, causando, da quel momento in poi, di fatto, il capovolgimento di migliaia di procedimenti dei lavoratori ancora in atto, in quel tempo, nei vari gradi di giudizi.
In fine di unificare tutto il personale delle scuole pubbliche alle sole dipendenze dello Stato (diviso fino ad allora tra dipendenti dello Stato ed Enti Locali) alle sole dipendenze del Ministero P.I., il governo Prodi – D’Alema con la legge 124/99, legifera e norma il passaggio riconoscendo a tutti i dipendenti transitati l’anzianità maturata presso gli Enti Locali (art. 8); a luglio 2000, a passaggio effettuato, con un dietrofront incredibile si pone uno stop al riconoscimento dell’anzianità maturata con un accordo Sindacati – Aran si rettificava e si imponeva invece il passaggio e l’inquadramento alle dipendenze dello Stato del personale, in questione, con lo stipendio in godimento, modificando quindi il senso e lo spirito dell’art. 8 (L.124/99); partono migliaia di ricorsi dei lavoratori che li vedono vittoriosi, in quando , la maggioranza dei giudici nei vari gradi di giudizi ritengono nullo l’accordo Sindacati -Aran; a settembre 2006 ci prova il governo Berlusconi, che con una interpretazione autentica”…sic!, relatrice l’on Santanchè, inserita nella Legge Finanziaria 2006, modifica e stravolge il senso dell’art. 8 L.124/99, causando, da quel momento in poi, di fatto, il capovolgimento di migliaia di procedimenti dei lavoratori ancora in atto, in quel tempo, nei vari gradi di giudizi.
L’operazione Sindacati-Governo finalmente aveva avuto così l’effetto della strategia messa in atto contro 70.000 lavoratori ex EE.LL. (bidelli, amministrativi, Tecnici, Insegnanti tecnico-pratici), i quali si vedono fregati proprio dai Sindacati che dovevano difenderli e pretendere al loro fianco il rispetto della legge che li aveva fatti passare allo Stato
La strategia dei sindacati da quel momento in poi è stata quella di continuare a girare le spalle ai lavoratori interessati, che nella disperazione totale, si vedono costretti a restituire allo Stato varie decine di migliaia di euro con riconoscimento delle anzianità lavorative dimezzate e, quindi, effetti disastrosi sulle liquidazioni e sugli assegni pensionistici-
Ma, per fortuna dei lavoratori interessati, come recitava il famoso mugnaio di Potsdam nell’opera brechtiana c’era e c’è ”ancora un giudice a berlino” che in senso metaforico è interpretato dalla Corte di Giustizia Europea e dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo le quali con ben due sentenze distinte non hanno esitato a dare ragione ai lavoratori condannando pesantemente lo Stato Italiano per indebita e scorretta ingerenza nei processi in atto che lo vedevano coinvolto come parte in causa ed il pieno riconoscimento di tutta l’anzianità maturata nell’Ente Locale.
L’assurdità è che si sta ancora continuando a giocare sporco sulle spalle di questi lavoratori, ai quali, bene farebbero i sindacati ed i politici a recitare un “mea culpa” ed intavolare un tavolo di discussione per trovare un accordo politico sindacale e porre fine ad una clamorosa ingiustizia, che rischia, con la ripresa di migliaia di ricorsi e forti delle sentenze europee, determinare un default colossale per le casse dello Stato Italiano.
Il Comitato Nazionale Ata-Itp ex EE.LL
Vincenzo Lo Verso