“Sono 700 mila i bambini italiani fra due e 10 anni che respirano male. Il fatto è che in questi casi spesso i piccoli corrono incontro a una serie di problemi di salute e non solo: dalla statura ai brutti voti a scuola”.
Dice il pediatra all’Adnkronos: “Se il bambino respira in modo appropriato significa che sta bene, perciò prevenire e curare il deficit respiratorio è un modo di promuovere la sua salute con un approccio olistico e interdisciplinare. Se il bambino respira male è più basso, si ammala di più e va anche male a scuola”.
“Fino alla pubertà il bambino presenta un rapido accrescimento, mentre organi e apparati sono piccoli. Per le vie aeree c’è il rischio di una ridotta ventilazione. In particolare, quelle sopra il livello dell’epiglottide hanno una struttura connettivo-muscolare pertanto, a causa del ridotto tono neuromuscolare notturno, si ha un ulteriore restringimento naturale delle vie aeree, accentuando il rischio di deficit respiratorio. In questo contesto è facile incorrere in una situazione di scompenso quando si presentino situazioni che riducono la capacità ventilatoria. Se le forme gravi danno manifestazioni cliniche evidenti e note, quelle lievi possono determinare danni che, in modo subdolo, riducono lo stato di salute del bambino”.
Ebbene, a soffrire di problemi di media entità, le apnee notturne, sono “100.000 bambini da 2 a 10 anni, soprattutto ‘under 6’, mentre le forme lievi (russamento) riguardano 600.000 bambini da 2 a 10 anni”.