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700mila adolescenti dipendenti da web e videogame

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Un recente studio italiano (promosso dal Dipartimento Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri e dal Centro Nazionale Dipendenze e Doping dell’Istituto Superiore di Sanità, condotto dall’IRCCS Stella Maris e la AUSL di Bologna, discusso dagli esperti riuniti per il convegno congiunto Sinpf -Società Italiana di NeuroPsicoFarmacologia- e Sinpia -Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza- dal titolo: “Psicofarmacologia clinica in età evolutiva: efficacia, sicurezza e implicazioni di trattamento nelle successive età della vita”) ha dimostrato che ameno 100 mila adolescenti italiani fra gli 11 e i 17 anni fanno un uso compulsivo e incontrollato di social e piattaforme di streaming, quasi altrettanti si chiudono per mesi in camera sostituendo il reale con l’irreale virtuale.

Inoltre, altri 500 mila ragazzi italiani, soprattutto maschi, sono a rischio di dipendenza da videogiochi, perché il tempo medio che trascorrono su internet si aggira attorno alle 6 ore.

Stando ai dati, raccolti su oltre 8.700 studenti fra gli 11 e i 17 anni, quasi il 12% degli adolescenti, soprattutto maschi, è a rischio di dipendenza dai videogiochi e il 2,5% fa un uso compulsivo e incontrollato dei social, mentre l’1,8% si chiude per mesi in camera vivendo solo attraverso computer e smartphone.

“I ragazzi oggi sono più spesso vittime di ansia e depressione, meno inseriti nel tessuto sociale e contemporaneamente esposti a stimoli tecnologici radicalmente diversi rispetto ai coetanei di appena vent’anni fa”, dicono gli esperti.

E dunque “trovano nel web, sui social, nei videogiochi un mezzo per alleviare la sofferenza, la paura, l’incertezza, finendo per diventarne dipendenti”.

Pasquale Almirante

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