Oggi 70 mila studenti hanno invaso le strade delle città del Paese nella giornata dello sciopero generale, insieme ai lavoratori, ai giovani e ai precari.
A Roma, dopo il blitz notturno contro la legge di stabilità al Ministero dell’economia, 15000 gli studenti che da Piramide hanno raggiunto il MIUR in corteo chiedendo il ritiro della Buona Scuola ed hanno esposto uno striscione contro i tagli al diritto allo studio per l’università dal ponte del Tevere.
A Milano oltre 5000 studenti hanno paralizzato la città per raggiungere la regione, travestiti da Babbi Natale hanno scavalcato i cancelli del Pirellone e riconsegnato al governo “il pacco” dei tagli e delle riforme che precarizzano l’istruzione e il lavoro e sono ripartiti in corteo, nonostante la risposta repressiva delle forze dell’ordine.
A Torino 2000, a Bari oltre 700 studenti ha occupato il Castello Svevo e sono ora in assemblea, ancora a Genova, a Napoli, a Salerno, a Pisa migliaia e migliaia di studenti dale scuole in mobilitazione si sono riversate nelle strade della città, rivendicando reddito, lavoro e conoscenza contro la precarietà.
“Una giornata di mobilitazione straordinaria che parla al Paese intero perchè ha unito chi subisce le politiche neoliberiste e recessive del Governo. – dichiara Riccardo Laterza, portavoce nazionale della Rete della Conoscenza – Siamo scesi in piazza da nord al Sud e non ci fermiamo e rilanciamo sin da ora le iniziative del pomeriggio, dai dibattiti pubblici, alle piazze tematiche e le street parade che ci saranno in tutta Italia, da Torino a Trieste a Bari. Vogliamo ampliare l’efficacia dello sciopero coinvolgendo anche chi non ne ha diritto e sfidare l’autoritarismo del governo Renzi con la democrazia e la partecipazione.Non è in nostro nome, in nome degli studenti e della generazione precaria, che Renzi può legittimare riforme fallimentari come il JobsAct e la Buona Scuola”
“Con i tagli della legge di Stabilità e dello Sblocca Italia si attaccano per l’ennesima volta l’università pubblica e la ricerca. – continua Alberto Campailla, portavoce nazionale di Link Coordinamento Universitario – L’approvazione a colpi di fiducia del Jobs Act infatti è un colpo pesante non soltanto per i movimenti sociali e le forze sindacali ma la qualità della democrazia e il futuro della nostra generazione. Si riparta dal diritto allo studio e dal garantire le prospettive dei giovani estendendo diritti e tutele.L’abolizione delle forme di contratto precarie, misure di welfare realmente universali e investimenti nell’istruzione pubblica e aperta a tutti rimangono l’unica vera priorità e il governo la sta colpevolmente eludendo.”
“Rifiutiamo una “Buona Scuola” che si appiattisce alle esigenze dei privati e delle aziende – continua Danilo Lampis, coordinatore nazionale dell’Unione degli Studenti – Non possiamo accettare si continuano ad investire milioni in trivellazioni petrolifere, grandi opere inutili e dannose per i nostri territori, serve una radicale inversione di marcia: vogliamo l’istruzione gratuita, un reddito di base, una giusta ed equa retribuzione, investimenti in ricerca e sviluppo per un lavoro degno, una riconversione ecologica del sistema produttivo!”