Un aumento di circa 4 milioni di giovani disoccupati dal 2007 e che a livello mondiale quest’anno saliranno a 75 milioni tra i 15 e i 24 anni.
Il tasso di disoccupazione subirà un’ulteriore balzo allorchè chi ha deciso di prolungare gli studi per mancanza di posti di lavoro vorrà rientrare nel mercato.
Nel rapportato Ilo si sostiene pure che il 12,7 % della manodopera globale giovanile rimarrà disoccupata quest’anno, dato rimasto invariato rispetto al picco massimo della crisi raggiunto nel 2009 e leggermente superiore a quello dell’anno passato che si attestava al 12,6 per cento.
Ancora più grave il livello di disoccupazione se venissero considerati anche quelli che, scoraggiati dalla mancanza di prospettive, abbandonano o posticipano la ricerca di un posto di lavoro. In questo caso, si raggiungerebbe il 13,6 per cento nel 2011.
La crisi, come ormai ogni rapporto conferma, ha colpito più duramente le giovani donne rispetto ai coetanei maschi, mentre tanti sono i giovani confinati in lavori temporanei, di bassa produttività o altri tipi di lavori che non promettono opportunità migliori.
I giovani che non hanno un’occupazione e che non studiano costituiscono almeno il 10 per cento dei giovani e il loro numero è cresciuto in modo significativo in molti paesi industrializzati.
“La crisi della disoccupazione giovanile può essere sconfitta ma solo se la creazione di posti di lavoro per i giovani diventerà una priorità fondamentale nelle strategie e se si aumenteranno in maniera significativa gli investimenti del settore privato”, ha dichiarato José Manuel Salazar-Xirinachs, Direttore esecutivo dell’ILO. “Questo significa adottare misure di alleggerimento fiscale e altri incentivi per le imprese che assumono giovani; sforzi per ridurre la mancanza di competenze tra i giovani; programmi per favorire l’auto-imprenditorialità che integrino la formazione professionale; orientamento e accesso ai capitali; estensione della protezione sociale per i giovani”.
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