Martedì 8 marzo, giornata in cui si celebra la Festa della donna, potrebbero esserci diverse difficoltà a garantire le lezioni nelle scuole italiane. Sono previsti due scioperi: uno dei trasporti pubblici a livello nazionale, un secondo per i lavoratori dei settori pubblici e privati.
Per quanto riguarda i trasporti pubblici, ma anche treni e aerei, lo stop a livello nazionale, è stato proclamato da più sigle sindacali, tra cui Cobas, Usb e Cub: le organizzazioni, che già un anno fa hanno indetto uno sciopero analogo, protesteranno contro la discriminazione di genere: lo stop potrebbe creare problemi, quindi, per raggiungere le scuole e per tornare a casa.
In particolare, i sindacati denunciano “la violenza sulle donne e le discriminazioni e molestie sui posti di lavoro”, oltre che “la disparità salariale, per favorire la diffusione dei centri antiviolenza, per la difesa al diritto di sciopero, per la difesa della legge 194 e per il diritto all’autodeterminazione”.
I disagi maggiori sono previsti nei grandi centri: in particolare, il trasporto pubblico potrebbe essere a rischio a Roma, Milano, Torino, Bologna, Firenze e Napoli. In ogni città sono previste delle fasce di garanzie per raggiungere i luoghi di lavoro e tornare a casa.
Nella stessa giornata, la Confederazione Cobas ha convocato lo sciopero generale di tutte le lavoratrici e lavoratori dei settori pubblici e privati, attraverso il quale fermare anche la guerra in Ucraina.
I Comitati di base scioperano anche “contro lo sfruttamento in particolare del lavoro femminile, sottoposto a maggiori licenziamenti e part-time obbligati, a maggiore precarietà e a salari inferiori a quelli medi, con pensioni sempre più lontane e misere; e a favore del rinnovo della moratoria sui licenziamenti che, durante la pandemia, hanno colpito soprattutto le donne”.
I Cobas, inoltre, si fermeranno per “la crescente violenza verso le donne, connessa alle discriminazioni di genere nei posti di lavoro e nella società; per una scuola pubblica che garantisca il diritto allo studio a tutte/i gli allievi/e e il lavoro stabile per i lavoratori/trici, in ambienti sanificati e adeguati, con il miglioramento delle strutture e meno alunni/e per classe per la parità di diritti, salario e condizioni di lavoro nei settori privati, per la salvaguardia dei diritti nel lavoro “agile”, per la stabilizzazione nella P.A. di lavoratrici /tori con contratti precari e/o in appalto per la tutela della salute e sicurezza nei posti di lavoro”.
Il sindacato rivendica, infine, “una sanità pubblica potenziata e non mercificata per servizi pubblici che evitino di scaricare sulle donne tutto il lavoro di cura e di assistenza”.
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