Il provvedimento è stato emesso dal Gip del tribunale dei minorenni di Brescia su proposta di quella stessa Procura, ed è scaturito a seguito di indagine intrapresa alla fine dello scorso anno e durata poco più di sei mesi. Dalle investigazioni dei militari e della polizia locale emergeva che i minori spacciavano marijuana, che veniva acquistata e poi smerciata a coetanei residenti nella bergamasca; nel provvedimento del giudice è stata infatti contestata l’aggravante della vendita di droga a minori degli anni 18.
Le cessioni, almeno 300 quelle accertate, avvenivano anche nei pressi o all’interno di istituti scolastici, ed erano concordate telefonicamente con un linguaggio criptico, nonché spesso attuate con il sistema del conto vendita, chiamato dagli indagati “prevendite”. Si è accertato che tra gli stessi venivano scambiate minacce anche gravi in caso di ritardi o mancati pagamenti.
La marijuana veniva tenuta a casa all’insaputa dei genitori, cui talvolta venivano rubati i soldi per acquistarla. I giovani arrestati, quasi tutti studenti con scarso profitto, sono stati collocati presso diverse comunità.
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