“Non solo il governo non ha ancora reso nota la ripartizione dei fondi 8 per mille statali relativi al 2014, ma sembra proprio aver deciso di ridimensionare la portata dell’8 per mille statale all’edilizia scolastica”.
È questo il commento del segretario dell’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti (Uaar), Raffaele Carcano, in merito alla comunicazione apparsa sul sito del governo l’8 settembre scorso, la quale informa che le domande relative all’edilizia scolastica non potranno essere presentate per effetto di quanto previsto dall’articolo 1, commi 160 e 172, della legge 13 luglio 2015, n.107, la cosiddetta “Buona scuola”.
Al comma 172 si legge infatti: ‘Le risorse della quota a gestione statale dell’otto per mille dell’imposta sul reddito delle persone fisiche, di cui all’articolo 48 della legge 20 maggio 1985, n. 222, e successive modificazioni, relative all’edilizia scolastica sono destinate agli interventi di edilizia scolastica che si rendono necessari a seguito di eventi eccezionali e imprevedibili individuati annualmente con decreto del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca, anche sulla base dei dati contenuti nell’Anagrafe dell’edilizia scolastica‘.
“La sensazione è che il governo abbia scelto un approccio emergenziale anziché sistemico”, ha proseguito Carcano. “A fronte di una notizia interessante, vale a dire il piano di programmazione nazionale triennale degli interventi di edilizia scolastica, questa decisione del governo ci sembra una doccia fredda”.
L’Uaar fa notare anche che, fino ad oggi, da parte della Presidenza del Consiglio dei Ministri,non c’è stata alcuna comunicazione per quanto riguarda la ripartizione dei fondi dell’8 per mille statale relativi al 2014, particolarmente interessante perché lo scorso anno è stato il primo in cui soggetti pubblici hanno potuto presentare istanza per accedere ai fondi con lo scopo di utilizzarli per l’edilizia scolastica. “Come se non bastasse, prosegue Carcano, ad oggi, il governo non ha fornito alcuna risposta ai richiami della Corte dei Conti che, nel novembre scorso, rilevava come lo Stato sia l’unico competitore che non sensibilizza l’opinione pubblica sulle proprie attività con campagne pubblicitarie (e anche quest’anno le cose sono andate proprio così), manifestando in tal modo un disinteresse che ha determinato, nel corso del tempo, la drastica riduzione dei contribuenti a suo favore”.
“Il quadro è piuttosto sconcertante. Da parte nostra, conclude il segretario Uaar, continueremo a monitorare la questione, denunciando ogni stortura”.
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