A 80 anni di distanza Pirandello rimane tra gli autori più rappresentati al mondo e il lavoro che sarà presentato su Sky è costruito con tante testimonianze di artisti di teatro e uomini di cultura ed è ambientato in buona parte nella sua casa romana dello scrittore, oggi sede dell’Istituto di Studi Pirandelliani e del teatro contemporaneo, dove è conservato proprio il diploma del Nobel, la sua scrivania e i suoi oggetti, il letto in cui morì, oltre a tanti libri e suoi manoscritti. Il racconto parte da un ricordo preciso, quello del regista Citto Maselli, di cui Pirandello fu padrino. Tra il 1930 e il 1935 Pirandello va due volte in America: ad incontrare Greta Garbo, protagonista del film ”Come tu mi vuoi” tratto dalla sua commedia, e, una seconda volta, per conoscere Albert Einstein.
Citto è un bambino di pochi anni e Pirandello una sera, prima di partire scherza con lui e gli dice che lo porterà sul piroscafo con sé, nascosto in un baule.
Il documentario, con interventi di Marco Bellocchio, Luca Ronconi, Andrea Jonasson, Dario Fo, Michele Placido, Gabriele Lavia, Elio Providenti, Massimo Ammaniti, Emanuele Macaluso, Toni Servillo, Matteo Collura, Umberto Orsini, Adriana Asti, Mimmo Paladino, ripercorre la sua vita difficile, a partire dal rapporto con le donne: dalla moglie, Maria Antonietta che manifestò ben presto segni di follia e venne rinchiusa in una casa di cura, divorata dalla gelosia non solo delle studentesse del Maestro, ma anche del suo lavoro, di quando si chiudeva nello studio a scrivere.
Convivenza impossibile per un uomo che dichiarava in un’intervista: “Ho una vera grande aspirazione: quella di vivere per me, solamente per me. La vita o si vive o si scrive. L’arte è uno specchio per la vita, non della vita”. Per finire a Marta Abba, la sua musa/attrice, che rese evidente in Pirandello, il desiderio più letterario che esistenziale, di passioni più che di amori ricambiati. I temi delle novelle, delle opere teatrali e dei romanzi di Pirandello, legati alla sua vita, hanno un’estrema contemporaneità: la follia, l’io diviso, l’alienazione delle macchine, il rapporto uomo/donna, le apparenze e la realtà interiore. ”Eppure su Pirandello, sull’uomo Pirandello, c’è stata quasi un’amnesia – commentano i curatori del documentario – L’ opera si studia a scuola, si rappresenta a teatro, mentre lui, con quella barbetta e quella figura ottocentesca, sparisce, in un gioco di doppi, come nelle sue novelle”. (Ansa)
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