Gli “statali” americani sono andati diligentemente in ufficio per chiuderli durante le quattro ore concesse per avviare la “loro” sospensione. Poi a casa. Sui 2,9 milioni di dipendenti pubblici, 818mila secondo i calcoli più aggiornati resteranno a casa, ma un altro milione andrà al lavoro senza paga.
Come vivranno adesso questi dipendenti pubblici vittime della politica? La busta paga per ora è sospesa, in genere i dipendenti vengono pagati ogni due settimane e non mensilmente. Se si troverà un accordo nelle prossime ore il problema non si porrà, ma se la “serrata” del governo dovesse continuare anche per due settimane, il danno per i dipendenti già tirati allo stremo per arrivare alla fine del mese potrebbe essere enorme.
Il nodo più complicato: entreranno mai in possesso della loro busta paga una volta risolto il problema? La procedura è complessa.
Tecnicamente i dipendenti pubblici non hanno lavorato e dunque non hanno diritto a un compenso, è come se fossero vacanze forzate.
Tutto è cominciato con un accordo mancato: dopo un estremo tentativo, fallito a notte fonda, il Parlamento americano non è riuscito a raggiungere un compromesso sul bilancio 2014 e il governo degli Stati Uniti d’America è stato costretto alla chiusura. Così la Casa Bianca ha istruito i ministeri di lasciare a casa tutto il personale non indispensabile e si parla di 800mila dipendenti pubblici che non andranno al lavoro e di un altro milione di dipendenti pubblici che dovranno coprire le posizioni ma che non saranno pagati.
Alcune agenzie chiave come la Federal Reserve, il Pentagono, la polizia di frontiera, gli agenti sanitari, potranno restare al lavoro. Alla Casa Bianca su 1.265 dipendenti, solo 129 saranno autorizzati a restare al lavoro per aiutare il Presidente a svolgere le sue funzioni.
Il costo della chiusura ha varie stime, quella che prevale e colpisce è di Brian Kessler, di Moody’s Analytics. Il modello tiene conto non solo del reddito mancato dei dipendenti pubblici, ma delle conseguenze a catena sull’economia dei mancati consumi delle possibili sospensioni dei pagamenti di debiti o dei mutui. L’impatto stima Kessler deve calcolato in dieci volte quello diretto dei mancati introiti. La sua stima in caso di tre o quattro settimane di chiusura? 55 miliardi di dollari, una cifra enorme, pari all’impatto che si è avuto con il tragico uragano Sandy.
Dopo la chiusura del governo si aprirebbe la prospettiva del default, dell’impossibilità dell’America di pagare i sui debiti e il suo servizio sul debito.
Una combinazione mai vista nella storia del paese e in quella dell’economia mondiale: una specie di suicidio economico da tecnicismi, commesso per insanabili incomprensioni politiche, per il solito fanatismo del muro contro muro per la polarizzazione portata all’eccesso con un unico obiettivo: colpevolizzare gli avversari politici. (da IlSole24Ore)
Il nodo del contendere è scattato con la riforma sanitaria del presidente Obama che i repubblicani non accettano e che andrebbe a colpire gli interessi della assicurazioni.
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