L’abuso su bambini e ragazzi è un fenomeno che spesso sfugge pur lasciando segni importanti sui piccoli, fin nel Dna. Secondo Pietro Ferrara, referente nazionale della Società italiana di pediatria (Sip), nonché responsabile per la Sip del progetto lanciato da Menarini per costruire una rete di medici e pediatri anti-abusi, realizzato in collaborazione con Telefono Azzurro, coinvolgendo oltre alla Sip la Federazione italiana medici pediatri (Fimp) e l’Associazione ospedali pediatrici italiani (Aopi): “In Italia si stimano da letteratura scientifica almeno 80mila casi l’anno. Ma c’è un mondo sommerso” e gli specialisti ritengono che i numeri siano molto più alti. Anche perché gli abusi “in qualche modo sono l’unica ‘patologia’ in cui abbiamo la famiglia contro”, dice Ferrara. In Paesi vicini come la Francia, con popolazioni di minorenni sovrapponibili a quella tricolore, i numeri ufficiali sulle vittime under 18 di abusi risultano superiori. In Italia la prevalenza di maltrattamenti e abusi è al 9,5 per mille, in Inghilterra si attesta all’11,2%, negli Usa al 12,1%.
Pochi chiedono aiuto: uno su 5 fra chi subisce abusi sessuali, uno su 3 fra chi è oggetto di violenze. Nell’ultimo anno (fra gennaio 2015 e gennaio 2016) il Servizio 114 Emergenza Infanzia gestito dal Telefono Azzurro ha seguito oltre 2.200 casi, di cui 1.068 con motivazione primaria di abuso e violenza. Fra gli Sos ci sono anche quelli di chi assiste a violenze domestiche. Presunto responsabile della situazione di disagio vissuta dal minore è la mamma nel 44,2% dei casi, il papà nel 29,5%, ma anche parenti (3,3%), amici (3,2%), conoscenti (3%), insegnanti (2,5%). Un estraneo solo nel 2,2% dei casi. E così i teatri del maltrattamento diventano i luoghi di vita più cari: nel 68,9% la casa.
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Sul fronte degli abusi sessuali, le richieste di aiuto segnalate al Telefono Azzurro attraverso la linea 196196 e il 114 coinvolgono soprattutto vittime di sesso femminile, oltre il 65%. Ma se si guarda alla fascia d’età sotto gli 11 anni i maschi abusati diventano di più, mentre è in crescita il numero delle preadolescenti, ragazze tra gli 11 e i 14 anni. Si è passati dal 22,3% del 2013 al 33,3% del 2015.
La violenza , si legge su AdnkrosSalute, ha un costo umano, ma non solo: da uno studio condotto in collaborazione con l’università Bocconi di Milano emerge che in Italia le spese dirette e indirette generate dall’abuso sono state di 13 miliardi di euro per anno, rispetto ai 124 mld di dollari spesi negli Stati Uniti e ai 3,2 mld di sterline del Regno Unito.
“Oggi si parla non solo di danni psicologici – precisa Ferrara – ma di vere e proprie alterazioni organiche come riduzioni fino al 5-6% di aree cerebrali, per lo stress e le modificazioni biochimiche scatenate dalla violenza. Si osserva un maggior rischio di obesità, cefalee e dolori articolari e si ha, secondo uno studio recente, l’erosione dei telomeri, cioè di quella parte di Dna che decide quanto dobbiamo vivere. Non solo questi bambini diventeranno adulti che vivono male, ma anche di meno. Alcuni studi ci dicono persino che lo stress continuo e ripetuto nelle bambine vittime di più abusi sessuali può determinare in età adulta una maggiore incidenza di tumori, con un rischio 3 volte più elevato rispetto a chi non ha subito abusi”.
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