Il 4 gennaio sarà uno snodo importante per la trattativa sul rinnovo del contratto scuola. Così come già scritto da La Tecnica della Scuola, due i temi messi all’ordine del giorno dal presidente dell’Aran: le relazioni sindacali e la questione delle risorse economiche.
I sindacati sono convinti che su entrambi i temi il contratto dirà cose importanti e apprezzabili.
Però sulla questione delle risorse le indiscrezioni si rincorrono. I problemi sono più di uno. Ad esempio, come già sottolineato da questa testata, se a tutto il personale venisse riconosciuto un aumento del 3,48% come è avvenuto per gli statali, solamente i direttori dei servizi amministrativi e docenti di scuola superiore con un certo numero di anni di servizio potrebbero contare su un aumento retributivo di 85 euro.
Quota 85 rappresenta, però, la condizione imprescindibile per rinnovare tutti i contratti del pubblico impiego. Per garantire a tutto il settore dell’istruzione e della ricerca di arrivare a 85 euro sono necessari altri soldi. Infatti c’è un’eterogeneità di comparti con tantissime figure professionali. Il problema è garantire lo stesso aumento anche alle qualifiche più basse. La questione sembra essersi risolta così: alla qualifica iniziale che avrà un incremento di 66 euro al mese si sommeranno 22,5 euro fino a dicembre 2018.
Al Corriere della Sera, parla il segretario confederale della Cisl, Ignazio Ganga: “Oggi l’Aran dovrebbe dire se le risorse per fare questo ci sono, calcolando quanti sarebbero i lavoratori interessati all’elemento perequativo. Secondo Ganga basterebbero 140 milioni”. Sulla possibilità di mettere in discussione le risorse per bonus merito e carta del docente, Ganga è perplesso: “Sarebbe meglio non intaccare queste risorse, giustamente destinante ad altro”.
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