La riforma della scuola media vedrà mutare la durata delle prove scritte degli esami conclusivi, che passano da 5 a 3, composte da italiano, matematica e i test in lingua straniera. A seguire la prova orale.
I requisiti d’ammissione: almeno tre quarti del monte ore
L’ammissione alle prove finali, oltre all’aver partecipato alle prove Invalsi, resta subordinata pure alla frequenza di almeno tre quarti del monte ore annuale; e in più alla valutazione globale. L’eventuale non ammissione all’esame (nei casi di insufficienza in una o più discipline) dovrà essere motivata dal consiglio di classe.
Le prove Invalsi
Nella secondaria di I grado le prove Invalsi si sosterranno in terza, ad aprile e al computer, ma non faranno più parte dell’esame nonostante la partecipazione – come detto – sia un requisito per l’accesso alla prova finale.
Meno prove per l’esame
Gli scritti diventano tre: italiano, matematica, lingue straniere (inglese e seconda lingua comunitaria), più il colloquio orale (per accertare le competenze trasversali). Si torna, poi, a dare più valore al percorso scolastico.
Tre tracce per la prova d’italiano
La commissione predisporrà tre tracce, che potranno spaziare da un testo narrativo, argomentativo, relazione su un argomento di studio (attinente alle discipline citate dalle Indicazioni nazionali), analisi o sintesi di un testo letterario, divulgativo, scientifico. La prova potrà essere strutturata in più parti per consentire la verifica delle competenze di comprensione e produzione di un testo.
La prova di matematica
Anche per le competenze logico-matematiche (numeri, spazio e figure, relazioni e funzioni, dati e previsioni) la commissione predisporrà almeno tre tracce, che punteranno su: problemi articolati, quesiti a risposta multipla, o quesiti a risposta aperta. Poi se ne sceglierà una.
La prova di lingue: accertare il livello A2 per l’inglese
La prova scritta di lingue straniere dovrà invece accertare il Livello A2 per l’inglese, e il Livello A1 per la seconda lingua comunitaria. La prova sarà articolata, quindi, in due sezioni distinte: inglese e seconda lingua. Si potranno proporre agli studenti questionari, completamenti di un testo, elaborazione di un dialogo (su una traccia definita); ma anche lettere o mail, o sintesi di un testo scritto.
Il colloquio: dal pensiero critico al collegamento fra le materie
L’orale infine viene condotto collegialmente da parte della commissione. Qui si accerteranno anche pensiero critico e capacità di collegamento tra le varie discipline di studio.
Votazione finale non inferiore a sei decimi per essere promossi
L’esame di terza media si supera con una votazione finale non inferiore a sei decimi. La lode si potrà assegnare con decisione all’unanimità della commissione.
A La Repubblica, parla Luca Serianni, linguista e filologo. Professore ordinario
di Storia della lingua italiana alla Sapienza, ha condotto indagini su vari momenti e aspetti della storia linguistica italiana, dal Medioevo a oggi.
Serianni ha guidato la task force di esperti voluta a luglio scorso dal ministero all’Istruzione, composta dal collega Massimo Palermo, da un rappresentante Invalsi, dalla dirigente del Miur Carmela Palumbo e da una docente di liceo, per definire le linee guida del nuovo esame.
“Abbiamo lavorato sulla base dei decreti cercando di avanzare delle proposte concrete per
orientare gli insegnanti. Il tema puramente libero tenderemmo a sconsigliarlo a vantaggio di più prove, a scelta: un testo narrativo – noi proponiamo come esempio un brano di Lodoli sul traffico che offra lo spunto per proseguire un racconto; uno scritto che induca gli alunni ad argomentare, magari chiedendo di costruire un dialogo tra due interlocutori con opinioni diverse su un tema definito. Ma anche prove di comprensione e di sintesi di un testo anche di carattere scientifico. Noi diamo come esempio in questo caso un
articolo sui draghi tratto da Focus Junior. La commissione d’esame avrà sempre grande libertà nel modellare le prove a seconda del tipo di classe; quello che si vuole introdurre sono dei modelli, che ora non ci sono, per verificare le capacità di comprensione e di
sintesi di un testo. Non siamo nemici della creatività, crediamo però che la prova conclusiva di italiano nella scuola media debba saggiare più capacità. L’idea è di puntare su una visione più ampia”.
“Manterremo l’impalcatura, non sarebbe serio cambiare il modello perché dietro c’è una
didattica già impostata e consolidata. Daremo consigli, per esempio, di inserire testi non
solo del Novecento, ma dall’Unità d’Italia ad oggi. Resterà il testo argomentativo, ma liberato da accumuli di documenti, riferimenti e citazioni che rischiano di indurre lo studente a fare un collage e impediscono una produzione autonoma. Infine, si proporrà
una verifica sulla comprensione di testi più complessi anche in ambito scientifico”.
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