Se uscissero circa 85.000 unità dalla pubblica amministrazione si risparmierebbero tre miliardi, fermo retando che il blocco del turnover, fermo ancora all’80%, arrivi al 100 %. Il problema, anche secondo il commissario della spendig review, è dove mettere il personale in esubero, come per esempio nella scuola dove ci sarebbero pochi esuberi ma molti pensionamenti, mentre di contro assisteremmo all’aumento dell’età media del personale.
Per Cottarelli, il taglio di 85mila statali, si tratta di “una prima stima di massima che va affinata in base alle effettive riforme che dovranno essere chiarite nel corso del 2014”.
Oltre ai tagli agli stipendi dei manager, tra l’8 e il12%, che potrebbe portare nelle casse dello Stato circa 500 milioni, si prevede una sforbiciata agli enti di formazione che consentirebbe un introito di altri 250 milioni l’anno. In merito alle pensioni (su cui è nata una polemica per un possibile contributo di solidarietà per gli assegni superiori ai 26 mila euro annui) Cottarelli ha frenato: quello del dossier presentato in precedenza era solo “uno scenario illustrativo che può essere modulato secondo i parametri che si decidono. Sono scelte politiche, si può anche decidere che non si devono toccare”
Il documento definitivo sulla spending review è comunque destinato ad essere presentato con il Def.
Pronte le critiche della Cgil, che si aspettava di più dalla spending review, “la cui finalità è sempre più fondamentale”. Per il sindacato ci voleva “una maggiore lotta agli sprechi reali e non l’ennesimo attacco al sistema pubblico e del welfare”.