Dopo il nostro articolo sulla vicenda che ha visto coinvolta la DS del Liceo Scientifico “Piria” di Rosarno, siamo stati contattati dalla Dirigente scolastica Maria Rosaria Russo del Liceo Scientifico “Piria” di Rosarno che ci trasmette una nota (scritta dal prof. Giuseppe Lacquaniti) a parziale smentita di quanto pervenuto in redazione, pubblicato in precedenza su una testata locale di carta stampata e successivamente riportato dalla ‘Tecnica della Scuola’.
NOTA
Rosarno, Nella guerra tra i potenti e i deboli vince la verità che nutre i sogni, questa la riflessione della Preside Mariarosaria Russo condivisa dai suoi studenti.
“Nel 2019, alla scadenza del contratto, ho deciso di chiedere trasferimento e di andare via da Rosarno e con effetto immediato, dismetto ogni ulteriore impegno istituzionale, compresa la gestione dei beni confiscati alla mafia assegnati alla scuola, restituendoli alla Procura di Reggio e al Prefetto”.
E’ questo l’annuncio choc che Mariarosaria Russo, conosciuta in Italia e all’estero come la “preside coraggio”, ha fatto nel corso della “Lezione di legalità”, alla quale oggi hanno preso parte oltre duemila persone tra studenti, docenti, dirigenti scolastici, giornalisti, sindaci, esponenti del mondo culturale e del volontariato, che hanno affollato la palestra e l’auditorium del Liceo “Piria”.
“Se sono stata costretta a chiamare a raccolta tutti voi – ha detto la Russo – è perché del mio operato devo rendere conto ai miei studenti, ai miei docenti, a tutte le persone che hanno creduto in me, accompagnandomi in questa meravigliosa avventura durante gli anni di dirigenza nei vari istituti, dove tutti assieme abbiamo innalzato barriere contro ogni forma di illegalità, violenza, sopraffazione”.
Come un fiume in piena, la preside Russo denuncia i tentativi di delegittimazione operati contro di lei, da quando si è fatta paladina, non a parole ma nei fatti, della lotta alla mafia. “Gli “uomini delle tenebre” non hanno gradito che io abbia gridato “restituite il corpo di Fabrizio Pioli”, ritrovato su quei terreni confiscati che poi sono stati assegnati all’Istituto “Piria”, dopo non poche difficoltà di natura burocratica; terreni, che pur sottratti dallo Stato sin dal 1991 ad una ben nota consorteria mafiosa risultavano fino al 2017 ancora intestati ai vecchi proprietari che continuavano a coltivarli”.
E gli “uomini delle tenebre” – prosegue nel racconto – hanno portato avanti l’opera di delegittimazione quando la Russo, nominata reggente dell’alberghiero “Persefone” di Locri ha chiesto alle autorità interessate che la scuola venisse trasferita in locali più idonei, abbandonando quelli in cui era collocata da 30 anni, per i quali la provincia di Reggio pagava un cospicuo canone annuo con il quale si sarebbero potute costruire decine di altri istituti.
Una vicenda dai contorni poco chiari che ha indotto la preside Russo, dopo ripetute minacce e lettere anonime, il 30 novembre scorso, a presentare una corposa denuncia al procuratore della Dda di Reggio Calabria, Giuseppe Lombardo, “per palese tentativo di delegittimazione, operato da apparati dello Stato che hanno redatto informative con falso ideologico artatamente costruito”.
“In ultimo, apprendo dalla stampa di essere indagata per abuso d’ufficio per avere acquistato, quale reggente del Liceo scientifico di Roccella, nell’ambito di un progetto ministeriale antimafia, dei libri da dare in comodato d’uso agli studenti, nel ruolo di vicepresidente, prima, di coordinatrice e socia dell’associazione Riferimenti, poi, ruoli da me non ricoperti all’epoca dell’acquisto”.
Su quanto accadutole, la Russo chiede l’intervento del Presidente della Repubblica, del Ministro della Giustizia e della Presidente della Commissione nazionale antimafia.
“In questi anni di magistero scolastico – ha dichiarato la Russo – non ho fatto altro che il mio dovere, seguendo gli insegnamenti di grandi educatori come la Montessori, don Milani e don Bosco. Un doveroso ringraziamento ai magistrati che hanno sostenuto il percorso rivoluzionario della “pedagogia delle scelte responsabili”: Arcadi, Cerreti, Cotroneo, Creazzo, De Bernardo, De Raho, Di Palma, Gratteri, Lombardo, Manzini, Minniti, Musolino, Paci, Pignatone, Prestipino, Sferlazza; il questore Grassi, il prefetto Di Bari; i colonnelli dei Carabinieri Falseri e Scafuri; il cap. Lombardo; il col. GdF Barbera; e il vice questore Trotta.
Continuerò a fare volontariato, dedicandomi ai detenuti, ai tossicodipendenti e agli anziani, nella consapevolezza che sono una maestrina che tenta di costruire coscienze. Non mi resta che dire, come Enzo Tortora: Io sono innocente, spero che lo siate anche voi”.