Studentesse e studenti in piazza in tutta Italia per lo sciopero globale contro la violenza sulle donne promosso dalla rete “Non una di meno” anche la Rete della Conoscenza, Link – Coordinamento Universitario e l’Unione degli Studenti contro il “clima oscurantista che si vive nelle scuole e nelle università, per l’introduzione dell’educazione sessuale ed alle differenze e contro le deleghe della 107 in presidio sotto al Ministero dell’Istruzione”.
“Come studentesse e studenti abbiamo scioperato in tutta Italia con aule vuote, presidi, lezioni in piazza durante lo sciopero indetto da Non una di meno, in contemporanea a 55 Paesi in tutto il mondo – dichiara Martina Carpani, coordinatrice nazionale della Rete della Conoscenza – perchè riteniamo centrale questa mobilitazione globale che, a partire dalle rivendicazioni delle donne, intrecciando le condizioni di reddito, genere e razziali, costruisce un nuovo orizzonte di giustizia sociale ed autodeterminazione per tutte e tutti. I dati sulla povertà nel nostro Paese parlano chiaro: mentre i ricchi sono bianchi e uomini, i più poveri sono soprattutto donne, minori e migranti. Così come sono chiari i dati sul part-time involontario di cui le donne sono sono sempre più vittima e quelli sulla salute. E’ quindi urgente la rivendicazione del reddito di autodeterminazione e la battaglia contro la precarietà proposta dalla rete di Non una di meno, così come una revisione della 194 che garantisca il diritto all’aborto”.
“Siamo in piazze con le lavoratrici della conoscenza per l’abrogazione della legge 107 e contro le deleghe propinate dalla Ministra Fedeli. – dichiara Francesca Picci, coordinatrice nazionale Unione degli Studenti – Imporre nelle scuole un modello sempre più legato alla valutazione della performance, aumentare le disuguaglianze, non è il genere di scuola che vogliamo. Vogliamo inoltre una scuola antisessista attraverso l’introduzione in tutte le scuole dell’educazione sessuale ed alle differenze non macista e non eteronormata. Purtroppo sono infatti le classi il più grande strumento di riproduzione della cultura della sopraffazione, delle relazioni morbose e sterotipate, dei modelli di giudizio. Non può essere a discrezionalità delle famiglie il contrasto alla violenza ed il contrasto all’oscurantismo”.
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