Rimettere al centro il Patto per la scuola sconfessato dalla gran parte degli articoli del Decreto Sostegni bis. Questa la richiesta dei sindacati che oggi, a scuole chiuse nella maggior parte del Paese, scendono in piazza. Alcuni gruppi organizzati sono già per le strade, in piena protesta, altri si muoveranno a partire dalle ore 15. Protagoniste delle manifestazioni nelle principali piazze italiane le sigle sindacali FLC CGIL, CISL Scuola, UIL Scuola RUA, SNALS Confsal e ANIEF.
Come riferisce il nostro direttore Alessandro Giuliani, l’obiettivo della protesta è quello di sensibilizzare il Governo e i gruppi parlamentari a modificare il decreto, rispettando i “contenuti del Patto per la Scuola al centro del Paese, sottoscritto dalle Confederazioni a Palazzo Chigi il 20 maggio”.
“Il Patto per la Scuola – sostengono le cinque organizzazioni – riconosce l’impegno profuso da tutto il personale durante la pandemia. Ora questo riconoscimento va concretizzato e tradotto in misure e interventi che assicurino stabilità e continuità al lavoro e il regolare avvio dell’anno scolastico il primo settembre con l’ascolto del mondo della scuola”.
“Bisogna cambiare profondamente le misure sul reclutamento con l’assunzione dei precari chiamati dalla prima e seconda fascia delle graduatorie delle supplenze, superare i blocchi sulla mobilità del personale ripristinando l’assegnazione provvisoria annuale, rafforzare gli organici del personale docente, educativo ed ATA, ridurre il numero di alunni per classe”.
Tra le questioni più spinose registrate dai nostri collaboratori, presenti sul territorio, anche i nuovi vincoli che trattengono i docenti nella stessa scuola per tre anni e le difficoltà a ottenere le assegnazioni provvisorie. Diritto alla famiglia, urlano i manifestanti, costretti lontano da casa dalle norme volute dal Ministero dell’Istruzione.
Spiega il nostro esperto di normativa scolastica Francesco Orecchioni: “Nessuna deroga o diversa disciplina viene prevista per le assegnazioni provvisorie e ciò appare decisamente sbagliato. Com’è noto, l’istituto dell’assegnazione provvisoria è utilizzabile esclusivamente per motivi di carattere familiare (ricongiungimento/riavvicinamento al coniuge, ai figli o ai genitori). Diritti di rango costituzionale – ci ricorda – sanciti dagli articoli 29 e seguenti della Costituzione, quali la tutela della famiglia (art.29), il diritto/dovere di mantenere, istruire ed educare i figli (art. 30)”.
E commenta: “L’intervento operato sulla scuola dal decreto sostegni-bis, pur prevedendo un alleggerimento del vincolo quinquennale, passato da 5 a 3 anni, lascia con l’amaro in bocca decine di migliaia di docenti”.
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