Lo sostiene Skuola.net che ha sondato un campione di circa 1.700 studenti. Non sarebbe entrato a scuola il 17% degli alunni, ma di quelli in classe, il 10% avrebbe lasciato il questionario Invalsi in bianco o scritto risposte divertenti o cancellato il codice identificativo.
Circa la stessa percentuale avrebbe usato il telefonino per documentare le sue proteste postandole sui Social. In ultima analisi dunque la somministrazione della prova sarebbe avvenuta per lo più regolarmente.
E infatti, dice sempre Skuola.net, 1 studente su 5 ammette di non essersi impegnato molto, mentre 1 su 10 circa ce l’ha messa tutta, ma solo perché i prof hanno minacciato di mettere i voti sul registro sulla base della prova. Più idealista il 57% complessivo, che ha risposto al meglio possibile perché ha ritenuto fosse la scelta più giusta.
Più variegata la performance dei docenti. Se il 55% è stato attento a controllare come in qualsiasi altro compito in classe, tra il restante 45% c’è chi ha lasciato correre qualche atteggiamento sospetto, pur restando vigile (32% del totale), mentre altri hanno addirittura suggerito (6% circa). Si distingue quel 7% complessivo che, oltre a suggerire, ha lasciato anche copiare liberamente gli studenti. La prova più difficile? Prevedibilmente Matematica, più complicata di Italiano per il 70% degli studenti.
Nel complesso allora nelle scuole non ci sarebbero stati problemi di rilievo, lo sosterrebbe il 77% degli intervistati che sono andati a scuola ma non erano coinvolti direttamente nella somministrazione delle prove. Le proteste negli istituti sarebbero nate soprattutto per iniziativa degli studenti, come risponde circa il 17 % dei ragazzi, ma non è mancato il contributo dei professori, responsabili del boicottaggio per circa il 6%.
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