Non ha detto però, il premier Matteo Renzi, commentando l’annuncio dello sciopero del 5 maggio prossimo, che gli insegnanti italiani, secondo il suo punto di vista, sarebbero macchinari in mano ai sindacati e quindi senza capacità di capire e discernere. Se lo sciopero è un diritto, nessuno ha detto che sia anche un obbligo, per cui si può o meno aderire, mentre le sollecitazioni a fermare la scuola il 5 maggio vengono dalle organizzazioni sindacali, tutte, che quei lavoratori rappresentano.
Renzi avrebbe dunque dovuto dire: basta lasciare la scuola ai prof. Essa è degli studenti e dei genitori.
Fra l’altro fare leva, come fa il premier, sulle assunzioni per non fare sciopero e quindi per dire che la sua è una riforma “sbalorditiva”, non pare deontologicamente corretto e dovrebbe chiedersi, con la ministra e il sottosegretario, cosa c’è che non va e che sta spingendo a innalzare barricate.
“Lo sbandierato annuncio di assunzioni dei lavoratori precari della scuola si sta traducendo nel fatto che non si capisce se le assunzioni ci saranno. Viene poi alimentata una contrapposizione tra lavoratori che sono in graduatorie diverse. Per questo i sindacati insistono e scioperano con l’obiettivo di avere un piano pluriennale per la scuola e non contrapposizioni e divisioni tra i lavoratori”: lo ha detto la segretaria generale della Cgil, Susanna Camusso che però non ha citato il resto del decreto, né che in parlamento sono stati depositati più di 900 emendamenti da M5S e Fi.
“Pretendiamo la riapertura della scadenza per gli emendamenti”, spiega il capogruppo 5Stelle in commissione cultura Simone Valente – quindi non escludo che se ne aggiungano altri”.
Forza Italia, contro cui tutto il vecchio Pd si schierò prima delle elezioni, annuncia oltre 200 emendamenti: ” FI ha presentato oltre 200 emendamenti al ddl scuola. Tra i punti qualificanti, l’insegnamento obbligatorio di economia, diritto e cittadinanza in tutte le scuole superiori, il potenziamento della studio del latino, il rafforzamento dell’orientamento, più attenzione alle scuole in carcere. Tre emendamenti, firmati da quasi tutto il gruppo di Forza Italia, chiedono, inoltre, che al piano di assunzioni partecipino anche gli idonei del concorso 2012 e un altro emendamento prevede una quota di riserva per i TFA nei futuri concorsi, che potranno essere anche concorsi di rete”.
Per il partito di Berlusconi i super poteri dati ai dirigenti scolastici non fanno testo, né l’uccisione della democrazia nella scuola, né la precarizzazione del personale. Pare fra l’altro che su questo versante qualcosa si muova e i parlamentari dem vorrebbero “correggere”, oltre l’articolo 12 del Ddl che vieta di assegnare supplenze ai precari con alle spalle più di 36 mesi di servizio, anche la responsabilità del preside nel Piano dell’offerta formativa che ne è l’estensore. Ma chiedono pure che nella definizione degli albi territoriali ci sia un maggior coinvolgimento delle realtà locali.
Ma anche il partito di Niki Vendola, Sel, presenta i suoi, che sono ben 212, tra cui un piano pluriennale di assunzione dei precari, il coinvolgimento degli ATA e la cancellazione dei poteri dei dirigenti, con l’obiettivo di recuperare le funzioni degli organi collegiali.
Da Nuovo centro destra si chiede, ma è nella suo progetto di scuola, di aumentare le detrazioni alle paritarie, incrementando gli importi e ricomprendendovi gli istituti superiori.
Da un sommario calcolo dunque gli emendamenti, tra opposizioni e i transfughi Pd, raggiugono il ragguardevole numero di 2.000, che dovrebbero mettere in ri-ascolto il governo.
“Non ci saranno stravolgimenti al Ddl. Il provvedimento, per la prima volta, investe ingenti risorse sulla scuola e ridà prestigio ai docenti. Su questi punti non faremo retromarce”: dice Francesca Puglisi, capogruppo Pd alla commissione cultura del Senato, senza aprire alcuno spiraglio.
Ma allora, per invogliare il governo a fare qualche retromarcia, che bisogna fare? Per modificare qualche articolo del ddl e per cedere un po’ di deleghe in modo da avere subito più chiaro cosa intende fare questo esecutivo della scuola non è legittimo un moto di protesta? E non è che gli scioperi andavano bene solo quando c’era la destra al potere? Ma in fin dei conti, non è forse anche lo sciopero un modo per “ascoltare” e “audire” il popolo della scuola?
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