Dopo il puntuale articolo de “La Tecnica della scuola” che ha denunciato come in un importante liceo scientifico calabrese sia stata inserita, nell’area del registro elettronico dove possono accedere i circa mille studenti e le loro famiglie, la graduatoria per l’assegnazione dei contributi per l’istruzione previsti dalla legge 62 del 2000, ci siamo adoperati per risalire a quale fosse.
Abbiamo scoperto si tratta di un liceo della città di Cosenza, il “Fermi”, dove già l’anno scorso detta graduatoria era stata affissa nel corridoio dell’istituto, e lì rimasta per settimane, nonostante fosse stato fatto notare dalla nostra RSU e da altri docenti l’inammissibilità della cosa.
Nella graduatoria compaiono il nome dell’alunno, del genitore che ha presentato la richiesta del contributo, l’indirizzo di residenza, l’importo dato e pure il reddito familiare (!!!). Addirittura c’è anche uno spazio per indicare se sia presentata un’eventuale certificazione di fruizione della legge 104 (!!!).
Dati personalissimi che non potrebbero essere pubblicati, come recita a chiare lettere la normativa al riguardo. L’art. 26 della legge 33 del 2013 vieta infatti espressamente che siano pubblicati i dati identificativi delle persone fisiche destinatarie dei provvedimenti di concessione di sovvenzioni, contributi, sussidi e attribuzione di vantaggi economici, nonché gli elenchi dei relativi destinatari, sempre nel caso di contributi inferiori ai mille euro ed in determinati casi pure per quelli superiori ai mille euro. Nella vicenda specifica parliamo di contributi di soli 128 euro (!!!).
La volontà del dirigente di quella scuola di pubblicare questi dati, riteniamo in base ad un’indebita ed erronea concezione della trasparenza, è un atto illegittimo, contrario alle norme vigenti, lesivo della libertà e della dignità dei beneficiari. Un vergognoso manifesto dei “bisognosi” di quella scuola. In quella stessa scuola però viene ben taciuto quanto i singoli docenti percepiscano con il bonus premiale elargito direttamente dalla dirigente (anche se diversi insegnanti senza alcun problema e correttamente rivelano quanto percepito, non ritenendolo un “segreto”) o addirittura quante ore in un anno scolastico i singoli collaboratori scolastici svolgano come lavoro aggiuntivo, settore in cui la differenza di ore attribuite dalla dirigente ad ogni singolo collaboratore (e di conseguenza la diversità tra le cifre percepite) risulta notevole ed ingiusta: un altro intollerabile “premio alla fedeltà” che non smetteremo di denunciare.
Naturalmente, di tutto ciò investiamo l’Ufficio Scolastico Regionale e l’ATP di Cosenza al fine di un intervento dell’Amministrazione sulla dirigente per riportare nel suddetto liceo il rispetto delle leggi vigenti in merito alla questione sollevata.
Pino Assalone – segretario provinciale della FLC-CGIL