Ancora una volta il Tar sconfessa l’operato del Ministero della pubblica istruzione e induce a rivedere le lunghissime graduatorie ad esaurimento: stavolta la sentenza è giunta dal Tribunale amministrativo del Lazio che (con la n. 708) ha riconosciuto il diritto dei docenti abilitati attraverso i corsi riservati ad essere utilmente inseriti nelle graduatorie ad esaurimento, senza l’indicazione della riserva. Quest’ultima, invece era stata inserita dal Ministero, proprio per contraddistinguere gli aspiranti docenti che non avevano concluso il corso abilitante da chi aveva già in tasca l’abilitazione all’insegnamento.
Il problema è che il provvedimento riguarda la posizione di un numero altissimo di docenti: complessivamente gli insegnanti abilitati inseriti nelle graduatorie ad esaurimento sono infatti quasi 300.0000. Di questi, circa 50.000 hanno conseguito l’abilitazione solo dopo la presentazione delle domande di inclusione nelle liste (la scorsa primavera) accontentandosi dell’inclusione in coda.
L’importanza della sentenza del tribunale laziale è che potrebbe non solo alterare le posizioni nelle graduatorie, ma anche l’esito delle assunzioni già fatte, sia a tempo determinato che indeterminato. Incidendo quindi, per un enorme effetto a catena, soprattutto in alcune graduatorie affollatissime, sui destini di moltissimi insegnanti: se il parere del Tar del Lazio dovesse avere un’applicazione pratica potrebbero infatti essere riviste tutte le procedure di nomina sino ad oggi effettuate dagli uffici scolastici provinciali per l’anno scolastico 2007/08.
Un duro ed estenuante lavoro attenderebbe quindi gli Uffici scolastici provinciali di tutta Italia, gli stessi che a partire dallo scorso luglio hanno prodotto oltre 50.000 immissioni in ruolo e 120.000 contratti sino al termine dell’anno scolastico.
Ovviamente soddisfatti i legali che hanno tutelato i docenti precari: “il tribunale ha accolto in pieno le richieste presentate da tutti quei docenti che avevano subito una evidente lesione dei loro diritti a causa del mancato riconoscimento del titolo conseguito – ha detto l’avvocato Domenico Naso – e le ha accettate in maniera inequivocabile, definendo l’impostazione adottata dall’amministrazione priva della dovuta base normativa, contraddittoria, irragionevole e lesiva del principio di buon andamento dell’azione amministrativa”.
“Il decreto ministeriale 85/2005 – ha proseguito l’avvocato, che difende i docenti della Uil Scuola – aveva invece previsto norme precise in conformità alle pressanti esigenze connesse con la soluzione del problema del precariato. E le ha previste in piena consonanza con la tempistica relativa all’inserimento in graduatoria. Le successive note ministeriali che con questo ricorso abbiamo impugnato – ha concluso Naso – erano palesemente e arbitrariamente in contrasto con la traccia così chiaramente fissata dal decreto ministeriale 85″.
Il problema è che il provvedimento riguarda la posizione di un numero altissimo di docenti: complessivamente gli insegnanti abilitati inseriti nelle graduatorie ad esaurimento sono infatti quasi 300.0000. Di questi, circa 50.000 hanno conseguito l’abilitazione solo dopo la presentazione delle domande di inclusione nelle liste (la scorsa primavera) accontentandosi dell’inclusione in coda.
L’importanza della sentenza del tribunale laziale è che potrebbe non solo alterare le posizioni nelle graduatorie, ma anche l’esito delle assunzioni già fatte, sia a tempo determinato che indeterminato. Incidendo quindi, per un enorme effetto a catena, soprattutto in alcune graduatorie affollatissime, sui destini di moltissimi insegnanti: se il parere del Tar del Lazio dovesse avere un’applicazione pratica potrebbero infatti essere riviste tutte le procedure di nomina sino ad oggi effettuate dagli uffici scolastici provinciali per l’anno scolastico 2007/08.
Un duro ed estenuante lavoro attenderebbe quindi gli Uffici scolastici provinciali di tutta Italia, gli stessi che a partire dallo scorso luglio hanno prodotto oltre 50.000 immissioni in ruolo e 120.000 contratti sino al termine dell’anno scolastico.
Ovviamente soddisfatti i legali che hanno tutelato i docenti precari: “il tribunale ha accolto in pieno le richieste presentate da tutti quei docenti che avevano subito una evidente lesione dei loro diritti a causa del mancato riconoscimento del titolo conseguito – ha detto l’avvocato Domenico Naso – e le ha accettate in maniera inequivocabile, definendo l’impostazione adottata dall’amministrazione priva della dovuta base normativa, contraddittoria, irragionevole e lesiva del principio di buon andamento dell’azione amministrativa”.
“Il decreto ministeriale 85/2005 – ha proseguito l’avvocato, che difende i docenti della Uil Scuola – aveva invece previsto norme precise in conformità alle pressanti esigenze connesse con la soluzione del problema del precariato. E le ha previste in piena consonanza con la tempistica relativa all’inserimento in graduatoria. Le successive note ministeriali che con questo ricorso abbiamo impugnato – ha concluso Naso – erano palesemente e arbitrariamente in contrasto con la traccia così chiaramente fissata dal decreto ministeriale 85″.