L’occasione che rilancia l’appello-accusa arriva dall’annuncio della più grande azienda Usa di produzione di materiale per adulti, la ‘Vivid Entertainement’, che nello stesso giorno ha chiamato in causa i colossi della rete e lanciato una campagna per proteggere i bambini dall’accesso a materiale per adulti.
“E’ significativo che si sia arrivati al punto – ha affermato Scala – di ricevere sollecitazioni da chi produce sesso per operare in direzione della protezione dei bambini su internet: da anni diciamo che i bambini vengono lasciati troppo soli davanti alla rete, e che questo li espone a pericoli di ogni genere: da qui la necessità di una presa di responsabilità da parte degli operatori del settore“.
Ma il rischio – denuncia il movimento dei genitori – è anche a scuola: il 64% degli insegnanti non ha seguito corsi sui pericoli on line, e in una scuola media su cinque i pc non dispongono di filtri per i minori.
In attesa che la prevenzione (affiancata ad una minima alfabetizzazione informatica) venga in qualche modo fatta propria da famiglie e scuola, per il Movimento italiano dei genitori non vi sono altre soluzioni che introdurre “paletti” di accesso: “è necessario – conclude il Moige – che i motori di ricerca e le case produttrici di software uniscano le forze per progettare assieme alle famiglie modelli tecnologici di filtro e iniziative formative che possano far da contrasto all’esposizione dei minori a contenuti di carattere sessuale sulla rete“.