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Mensa scolastica: è scontro fra Anci e Sindacati

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La questione del pasto gratuito per i collaboratori scolastici che prestano servizi nelle mense delle scuole primarie e dell’infanzia si complica sempre di più.
Al comunicato congiunto di Cgil, Cisl, Uil e Snals l’Anci risponde in modo netto.
In particolare all’Anci non va proprio giù una affermazione fatta qualche giorno fa dai sindacati che hanno sostenuto testualmente: L’erogazione del servizio di refezione scolastica è un onere esclusivo che l’Ente Locale è tenuto ad assicurare nell’ambito delle attribuzioni in materia di diritto allo studio”. Non solo, ma i sindacati hanno anche aggiunto che “allo Stato compete l’obbligo di fornire un contributo alle spese sostenute dai Comuni per la fornitura del pasto gratuito al personale in servizio, ma non quello di un loro integrale rimborso”.
Secca la replica dell’Anci che, per bocca di Nadia Masini, coordinatrice della Commissione Scuola, afferma: “I Comuni svolgono le funzioni loro attribuite dalla legge in materia di diritto allo studio, secondo le previsioni costituzionali e le modalità previste dalle leggi regionali e non risulta che tra le competenze su indicate sia compresa anche quella relativa alla fornitura del pasto del personale statale.”
“La pretesa dei sindacati – continua Nadia Masini – sembra piuttosto confermare una reiterata procedura anomala, di contrarre obbligazioni da parte della Pubblica Istruzione nei confronti di dipendenti, editori etc, senza assumersene direttamente gli oneri ma attribuendole ai Comuni, soggetti che l’ordinamento definisce Autonomi e che invece non sono neanche consultati”.
Ma, per non urtare troppo la suscettibilità delle organizzazioni sindacali, Nadia Masini aggiunge anche: “I Comuni non intendono disconoscere il diritto alla piena applicazione del contratto dei dipendenti statali ma nessuno vorrà mettere in dubbio il dovere degli stessi Enti di non sostenere nuove spese, non previste in bilancio e senza totale copertura”.
E conclude sollecitando il Governo, più che i sindacati, a trovare una soluzione concreta al problema “Il Ministero, correggendo l’evidente errore di valutazione, dovrà reperire i fondi sufficienti alla applicazione del contratto”.
Una ulteriore “gatta da pelare” per il nuovo Ministro della Pubblica Istruzione che, sempre più in futuro, si troverà nella condizione di dover resistere alle richieste sindacali senza dimenticare che Comuni, Province e Regioni non saranno disponibili a farsi carico di ulteriori oneri senza neppure poter intervenire più di tanto sulle modalità di erogazione del servizio scolastico.
In gioco c’è insomma l’applicazione del titolo V della Costituzione all’ambito scolastico, problema che, nella legislatura che sta iniziando, sarà certamente uno dei più difficili da risolvere.