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Roma, con la nuova giunta addio al menù etnico a scuola

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La netta vittoria di Alemanno su Rutelli nella corsa a sindaco di Roma cambierà anche i menù delle mense scolastiche della delle scuole comunali della capitale: basta con quelli etnici, che statistiche alla mano sembrano determinare troppi rifiuti, e largo ad una dieta più rispettosa della cucina nazionale.
La decisione è stata annunciata, a pochi giorni dal conferimento dell’incarico, dall’assessore alla Scuola del Comune di Roma, Laura Marsilio: le prime dichiarazione sono giunte in occasione della prima giunta capitolina; dopo una manciata di giorni l’annuncio più deciso verso la sospensione (presumibilmente in vista del prossimo anno) dei piatti d’oltre confine a seguito di una rilevazione fatta a tempo di record dalla stessa nuova giunta comunale.
I dati sono sconfortanti – ha detto il neo-assessore –: abbiamo constatato che un 50-80% dei menù dell’Est viene sistematicamente scartato, così come un 30-40% di quelli peruviani e cinesi. E’ chiaro che il menù etnico va rivisto perché ha dato scarsi risultati: la nostra proposta è invece quella di puntare su piatti tipici regionali e sulla cucina mediterranea”. E l’integrazione scolastica come verrà salvaguardata? Secondo Marsilio sarebbe più utile dare maggior sostegno agli insegnanti ed attivare altre forme integrative: “lo scambio con altri Paesi potrebbe avvenire attraverso laboratori di integrazione o nuove forme“. Sempre sul tema dell’integrazione scolastica l’assessore alla Scuola ha sottolineato anche che “occorre verificare se nelle scuole romane vengono rispettate le linee guida del ministero sul rapporto tra bambini italiani e stranieri“.
La decisione di non servire più menù etnici nelle mense scolastiche capitoline ha destato già le prime polemiche: con tempestività, il 23 maggio i genitori del VII circolo scolastico Montessori di Roma hanno scritto una lettera aperta al sindaco Gianni Alemanno.Leggiamo dalla stampa della possibilità di annullare l’esperienza dei pranzi etnici nelle scuole romane. Siamo certi – scrivono fra l’altro i genitori ad Alemanno- che quella dei pranzi è un’esperienza che fa crescere i nostri figli e alla quale non vogliamo rinunciare. Non consenta che una esperienza di apertura al mondo e di conoscenza come questa si esaurisca“.
Nella nostra scuola – si legge ancora nella lettera aperta – abbiamo sperimentato questa iniziativa per tutto l’anno. I nostri bambini sono stati entusiasti dell’iniziativa, che ha permesso loro di conoscere cibi differenti, gusti nuovi, e li ha spinti a sapere qualcosa di più delle terre e dei popoli che quei cibi esprimono. Il cibo è veicolo di cultura, oltre che strumento di sopravvivenza, ed è uno dei modi più affascinanti per conoscere coloro che non si conoscono, le loro abitudini, i loro gusti, al pari della musica, della scrittura, del cinema, del teatro. Lo sosteniamo, a maggior ragione, ricordando il messaggio montessoriano che vuole i bambini ‘cittadini del mondo’“.