Il Santo Padre Benedetto XVI, nell’incontrare i vescovi partecipanti alla 58esima Assemblea Generale della Conferenza Episcopale Italiana, ha ringraziato loro e il presidente cardinale Angelo Bagnasco, per “aver posto al centro dei lavori la riflessione sul come favorire l’incontro dei giovani con il Vangelo e quindi, in concreto, sulle fondamentali questioni dell’evangelizzazione e dell’educazione delle nuove generazioni”. Per il Pontefice, infatti, quando vengono meno, a causa di un “relativismo pervasivo”, i valori e le speranze che danno senso all’esistenza “si diffonde facilmente, tra i genitori, come tra gli insegnanti, la tentazione di rinunciare al proprio compito, e ancor prima il rischio di non comprendere più quale sia il proprio ruolo e la propria missione”.
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Benedetto XVI ai Vescovi: “la persona umana al centro dell’educazione”
E’ importante rispondere alla crescente domanda, proveniente dai vari contesti sociali, di “un’educazione che sia davvero tale” e che “ponga di nuovo al centro la piena e integrale formazione della persona umana”. Per far ciò, afferma Benedetto XVI, è indispensabile la formazione di “educatori che sappiano essere testimoni credibili di quelle realtà e di quei valori su cui è possibile costruire sia l’esistenza personale sia progetti di vita comuni e condivisi”.
Una nota critica il Papa la spende riguardo le scuole. “In uno Stato democratico – sottolinea il Pontefice -, che si onora di promuovere la libera iniziativa in ogni campo, non sembra giustificarsi l’esclusione di un adeguato sostegno all’impegno delle istituzioni ecclesiastiche nel campo scolastico. E’ legittimo infatti domandarsi se non gioverebbe alla qualità dell’insegnamento lo stimolante confronto tra centri formativi diversi suscitati, nel rispetto dei programmi ministeriali validi per tutti, da forze polari multiple, preoccupate di interpretare le scelte educative delle singole famiglie. Tutto lascia pensare che un simile confronto non mancherebbe di produrre effetti benefici”.
Quindi, in Italia, si è in piena “emergenza educativa” che in un certo senso è una delle tante conseguenze del periodo difficile che sta vivendo il nostro paese, nel quale “è sembrato – spiega il Papa – affievolirsi il dinamismo economico e sociale, è diminuita la fiducia nel futuro ed è cresciuto invece il senso di insicurezza per le condizioni di povertà di tante famiglie”. Una brutta situazione che comunque pare trovare sollievo dal profilarsi di rapporti più sereni tra istituzioni e forze politiche “in virtù di una percezione più viva delle responsabilità comuni per il futuro della Nazione”.